Genova, 7 gen. (askanews) – Sono 41 i morti sul lavoro in Liguria dal 1 gennaio al 30 novembre 2020, il 105% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Inail elaborati dal responsabile dell’ufficio economico della Cgil Liguria, Marco De Silva.
“Sul totale dei 41 deceduti – spiega De Silva – ben 18 sono da ricondurre alla pandemia, ma anche senza il Covid i morti per lavoro sarebbero comunque superiori al 2019. Sul totale delle vittime – sottolinea il responsabile dell’ufficio economico della Cgil Liguria – l’85,4% dei casi è di nazionalità italiana e le fasce d’età più coinvolte vanno dai 45 ai 69 anni”. In Liguria il triste primato dei decessi sul lavoro è di Genova con 19 infortuni, di cui 13 per Covid, seguita da Imperia con 10, Savona con 7 e Spezia con 5. Percentualmente, invece, è Imperia ad avere l’incremento maggiore sull’anno precedente (+400%).
“Nonostante i lockdown e la sospensione di molte attività – commenta Fabio Marante, segretario della Cgil Liguria – i dati evidenziano come ci sia ancora troppa strada da fare. Le richieste del sindacato sono quelle di maggiore formazione e maggiori controlli e anche maggiore attenzione da parte delle istituzioni. Un esempio su tutti – conclude Marante – è la costituzione del rappresentante sindacale di sito per la sicurezza sul lavoro in ambito autostradale. E’ una disposizione contenuta in una legge regionale richiesta unitariamente dal sindacato e approvata dal Consiglio ma al momento totalmente disattesa”.