Roma, 28 ott. (askanews) – A poche ore dalla notizia della morte del Califfo dell’Isis Abu Bakr al Baghdadi e del suo braccio destro Abu al Hassan al Muhajir, il Gruppo dello Stato islamico (Isis) ha già un nuovo leader. Le redini dell’organizzazione terroristica sono passate a un ex ufficiale di Saddam Hussein, Abdullah Qardash, conosciuto anche con il nome di Hajji Abdullah Al Afari.
Il successore di Al Baghdadi era già stato designato, dallo stesso Califfo, nello scorso mese di agosto, alla guida degli “Affari musulmani” del gruppo, una nomina che l’allora responsabile dell’Isis aveva annunciato tramite una dichiarazione diffusa dall’agenzia di propaganda Amaq e che l’Isis, però, non ha mai riconosciuto pubblicamente.
Un funzionario dell’intelligence nella regione ha confermato l’informazione a Newsweek, pur spiegando che il ruolo del Califfo all’interno dell’organizzazione terroristica era ormai diventato quasi del tutto simbolico, non essendo direttamente coinvolto nelle operazioni per la jihad del gruppo. “Baghdadi era quasi un prestanome. Non era coinvolto in operazioni né nelle attività quotidiane”, ha detto il funzionario. “Tutto quello che Baghdadi ha fatto è stato dire sì o no, senza alcuna pianificazione”.
Su questo punto, tuttavia, gli esperti hanno pareri discordanti. Un ex funzionario dell’intelligence statunitense sostiene ad esempio che la morte di Al Baghdadi potrebbe avere un effetto tangibile sulla capacità del gruppo di operare: “Se firma le operazioni e la strategia tramite lettere e messaggi, allora ha un impatto. Il leader conta e i dirigenti senior prendono decisioni”.