Roma, 5 gen. (askanews) – Ottime notizie per il ramo dell’astrofisica che si occupa delle sorgenti cosmiche ai raggi X. La Nasa ha selezionato la missione Imaging X-ray Polarimetry Explorer (IXPE), che permetterà agli astronomi di esplorare con un dettaglio senza precedenti alcuni degli oggetti astronomici più estremi, come buchi neri stellari e supermassicci, stelle di neutroni e pulsar.
Questi oggetti esotici – spiega Media Inaf, il notiziario online dell’Istituto nazionale di astrofisica – sono accomunati dal fatto di essere estremamente densi e di poter riscaldare il gas che li circonda fino a temperature pari a milioni di gradi. Tale calore produce l’emissione di raggi X da parte del gas, con una radiazione che può essere polarizzata, ovvero può vibrare in una particolare direzione. La missione IXPE sarà composta da tre telescopi spaziali con strumenti in grado di misurare la polarizzazione dei raggi X cosmici.
“Non siamo in grado di fotografare ciò che succede nei pressi di oggetti come buchi neri e stelle di neutroni, ma studiando la polarizzazione dei raggi X emessa dagli ambienti circostanti è possibile indagare la fisica di questi oggetti affascinanti ed enigmatici”, dice Paul Hertz, direttore della divisione di astrofisica presso l’agenzia spaziale statunitense.
L’Astrophysics Explorer Program della Nasa ha lanciato una campagna di raccolta di proposte per future missioni nel mese di settembre 2014. I progetti presentati sono stati quattordici, tra cui tre sono stati selezionati per una revisione successiva da parte di un gruppo di scienziati dell’agenzia ed esterni. E ora la Nasa ha annunciato che la proposta di IXPE, tra tutte quelle esaminate, è quella che fornisce il miglior potenziale scientifico e il piano di sviluppo più fattibile.
Previsto per il 2020 il lancio della missione che porterà nello spazio numerosi contributi italiani: l’Agenzia spaziale italiana contribuirà fornendo i rivelatori ad immagini sensibili alla polarizzazione, incluso il sistema di calibrazione di bordo e il computer che gestisce i dati dei rivelatori che saranno sviluppati in Italia con la guida scientifica dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) e dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn). Inoltre l’Asi metterà a disposizione la sua base di Malindi per la ricezione dei dati, mentre l’Università Roma 3 contribuirà allo sviluppo teorico.
“Sono molto contento che si stia concretizzando una missione pensata già molti anni fa da Enrico Costa dell’Inaf con il contributo decisivo di Ronaldo Bellazzini dell’Infn, che permetterà finalmente di aprire una nuova finestra nell’astronomia dei raggi X”, dichiara Paolo Soffitta, a capo del team che coordina le attività di IXPE per l’Inaf. “Inoltre, siamo attualmente in competizione con altre missioni per una selezione Esa, con un progetto analogo: l’X-ray Imaging Polarimetry Explorer. Questo dimostra il grande interesse e l’importanza della polarimetria in questa banda di energia”.