Roma, 17 ott. (askanews) – Si arricchisce la lista degli esopianeti scoperti dagli scienziati. La maggior parte è rappresentata da giganti gassosi caldi, come Giove, mentre il nuovo possibile candidato ha caratteristiche diverse: è un gigante ghiacciato.
Un possibile sito di formazione di questo nuovo esopianeta – segnala l’Agenzia spaziale italiana – è stato individuato attorno a TW Hydrae, una giovane stella di soli 10 milioni di anni. A scovarlo, un team di studiosi giapponesi coordinati da Takashi Tsukagoshi, della Ibaraki University. I dettagli dell’osservazione, effettuata grazie ai sofisticati occhi dell’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), sono stati pubblicati sulla rivista The Astrophysical Journal Letters.
La stella TW Hydrae non è molto distante dalla Terra, in termini astronomici, si trova a circa 200 anni luce dal Sistema solare. Questo aspetto, unito al fatto che il suo asse di rotazione punta approssimativamente in direzione terrestre, fa di questa stella, secondo gli autori, un punto di osservazione privilegiato per lo studio dei sistemi planetari in formazione. Precedenti osservazioni di TW Hydrae hanno dimostrato che la stella è circondata da un disco di accrescimento di gas e polveri. Le nuove osservazioni fatte adesso dal team nipponico con ALMA hanno permesso d’individuare alcune interruzioni in questa fitta nebbia di gas e polveri. Gap che gli scienziati, grazie anche a precedenti studi teorici, hanno associato a possibili siti di formazione di nuovi pianeti. Uno in particolare, a una distanza dalla stella di 22 unità astronomiche, 22 volte la distanza media Terra-Sole.
Le osservazioni di ALMA sono state eseguite in due differenti frequenze radio. E hanno permesso di stimare le dimensioni dei grani di polvere: tutti dell’ordine del micron, millesimo di millimetro, in corrispondenza del sito a 22 unità astronomiche. Secondo gli studiosi giapponesi, – conclude l’Asi – questa è un’altra spia della presenza di un nuovo esopianeta che sta nascendo. La sua attrazione gravitazionale e la frizione tra i gas e le particelle di polvere, secondo i modelli teorici, proietterebbe, infatti, lontano i grani di maggiori dimensioni. Le ultime osservazioni di ALMA sembrano confermare proprio questa ipotesi.
“Combinando le stime su ampiezza e profondità del sito di formazione planetaria a quelle su orbita e luminosità di TW Hydrae – afferma Tsukagoshi -, siamo giunti alla conclusione che potremmo essere di fronte alla nascita di un pianeta gigante ghiacciato, come Nettuno”.