Roma, 7 set. (askanews) – Nell’ammasso stellare Terzan5, situato nella regione centrale della nostra galassia a 19mila anni luce da noi, oltre a stelle antiche di ben 12 miliardi di anni, c’è anche una popolazione di astri più giovani, con un’età stimata di 4,5 miliardi di anni, ovvero paragonabile a quella del nostro Sole. La scoperta della presenza di due tipologie distinte di stelle, diverse non solo nella loro composizione chimica, ma anche nell’età, con una differenza di circa ben 7 miliardi di anni è stata ottenuta da un team di astronomi guidato da scienziati dell’Università di Bologna e dell’Inaf utilizzando il Telescopio Spaziale Hubble e dati raccolti con due tra i più potenti telescopi da terra: il Very Large Telescope (VLT) dell’European Southern Observatory (ESO) e il telescopio Keck sulle isole Hawaii.
“Nel 2009 scoprimmo che Terzan5 conteneva due sotto-popolazioni di stelle con abbondanze chimiche differenti. Dopo 7 anni di ricerca siamo stati finalmente in grado di datare queste popolazioni”, spiega Francesco Ferraro dell’Università di Bologna e associato Inaf, autore principale dello studio, pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal. Le età delle due popolazioni indicano che il processo di formazione stellare in Terzan5 non è stato continuo, ma caratterizzato da due distinti episodi principali. Le osservazioni confermano che, come previsto dalla teoria dell’evoluzione stellare, la componente più giovane si è formata da gas arricchito di elementi più pesanti di idrogeno ed elio grazie alle esplosioni delle supernove appartenenti alla prima popolazione stellare. “Questo richiede che il progenitore di Terzan 5 fosse in grado di trattenere una grande quantità di gas, in modo da poter formare la seconda generazione di stelle: doveva essere molto massiccio, con una massa almeno 100 milioni di volte più grande di quella del Sole”, spiega Davide Massari, dell’Osservatorio Astronomico Inaf di Bologna e dell’Università di Groningen in Olanda, co-autore dello studio.
Queste insolite proprietà fanno di Terzan5 il candidato ideale per essere considerato un “fossile” risalente alle primissime fasi della storia della Via Lattea: gli attuali modelli di formazione dei nuclei delle galassie ipotizzano che questi sistemi si siano formati dalla fusione di grandi agglomerati di gas e stelle, che dopo essersi mescolati, si sono dissolti. Terzan5 sarebbe quindi uno dei primi mattoni costituenti il nucleo della Via Lattea.
Una scoperta che apre quindi la strada per una migliore e più profonda comprensione dei meccanismi di formazione delle galassie. “Terzan5 potrebbe rappresentare un intrigante legame tra l’Universo locale e quello distante, potrebbe essere un testimone sopravvissuto del processo di formazione del nucleo galattico”, spiega Ferraro.
La ricerca fornisce agli astronomi una possibile strada per svelare i misteri della formazione delle galassie e offrire una nuova visione della complessa storia della Via Lattea.
La scoperta, pubblicata nell’articolo intitolato “The age of the young bulge-like population in the stellar system Terzan 5: linking the Galactic bulge to the high-z Universe” sulla rivista The Astrophysical Journal, è l’ultimo risultato ottenuto nell’ambito del progetto Cosmic-Lab, un Advanced Grant di 5 anni finanziato con 1.8 milioni di euro dall’European Research Council, e destinato a studiare i complessi fenomeni dinamici che avvengono nelle regioni dense degli ammassi stellari.