Astrofisica, scoperto l’ammasso galattico più lontano dalla Terra – askanews.it

Astrofisica, scoperto l’ammasso galattico più lontano dalla Terra

Ago 31, 2016
Roma, 31 ago. (askanews) – Si trova alla distanza record di circa 11 miliardi di anni luce dalla Terra ed è stato sorpreso in una fase cruciale della sua evoluzione. Nome in codice: CL J1001+0220. E’ questo l’identikit di un cluster da Guinness dei primati, che non è sfuggito agli sguardi elettronici di un vero e proprio ‘drappello’ di osservatori e telescopi sia spaziali sia di terra.

La scoperta è stata oggetto di uno studio, pubblicato ieri sulla rivista scientifica The Astrophysical Journal, basato sui dati forniti dalle missioni Nasa Chandra e Spitzer, da quelle ESsa XMM-Newton ed Herschel, dallo storico telescopio Nasa-Esa Hubble e da una serie di strutture a terra, quali il Karl G. Jansky Very Large Array, l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA), l’Institut de Radioastronomie Millimetrique Northern Extended Millimeter Array (IRAM NOEMA) e il Very Large Telescope dell’ESO.

Secondo gli studiosi – si legge sul sito dell’Agenzia spaziale italiana – la rilevanza della scoperta non risiede solo nel record di distanza, ma soprattutto nel fatto che CL J1001 è stato colto subito dopo la nascita, in una fase evolutiva – breve e fondamentale – mai osservata prima.

Il ‘cuore’ del cluster contiene undici galassie massicce, di cui ben nove stanno vivendo un ‘baby boom’ che ha portato alla formazione di nuovi astri ad un ritmo pari ad oltre 3mila Soli all’anno. Si tratta di un’attività molto intensa per un ammasso galattico, anche per quelli distanti e giovani, come CL J1001. L’ammasso si troverebbe, quindi, nella delicata fase di passaggio da proto-cluster a cluster propriamente detto.

I risultati dello studio suggeriscono inoltre che, in strutture come CL J1001, le galassie di forma ellittica si possano costituire durante esplosioni più brevi e violente rispetto a quelle che si verificano in galassie analoghe situate al di fuori degli ammassi.

Infine, paragonando il frutto della ricerca ai dati di precedenti simulazioni informatiche sulla nascita dei cluster, gli studiosi hanno anche riscontrato che CL J1001 mostra un alto quantitativo di massa nelle stelle rispetto alla sua massa totale. Questo elemento, inaspettato, potrebbe essere dovuto ad uno sviluppo stellare più veloce nei cluster particolarmente lontani, rispetto a quanto si era ipotizzato con le simulazioni, oppure alle peculiarità di CL J1001, una tipologia di ammasso così rara da non essere contemplata nelle attuali simulazioni cosmologiche.

CL J1001, quindi, – conclude l’Asi – si presenta come una palestra per gli studiosi impegnati nell’approfondimento dei processi di formazione galattica e stellare e schiude nuove prospettive di ricerca.