Roma, 27 giu. (askanews) – In attesa dell’imminente arrivo – il 4 luglio – della sonda della Nasa Juno nell’orbita di Giove, alcuni astronomi hanno usato il VLT (Very Large Telescope) dell’ESO per ottenere nuove, spettacolari immagini infrarosse di Giove, nell’ambito di una campagna che si prefigge di costruire mappe ad alta risoluzione del pianeta gigante.
Un’equipe guidata da Leigh Fletcher dell’Università di Leicester nel Regno Unito – spiega l’ESO in una nota – presenterà nuove immagini di Giove durante l’incontro nazionale di astronomia della Royal Astronomical Society del Regno Unito in svolgimento a Nottingham. Ottenute con lo strumento VISIR installato al Very Large Telescope dell’ESO, le nuove immagini fanno parte di una campagna coordinata, mirata a migliorare la nostra comprensione dell’atmosfera di Giove prima dell’arrivo della sonda Juno tra una manciata di giorni. Sono coinvolti diversi telescopi in Hawaii e in Cile, insieme a molti astronomi amatoriali in tutto il mondo. Le mappe non rappresentano solo delle istantanee del pianeta ma rivelano anche come l’atmosfera del pianeta sia cambiata e si stia spostando nei mesi precedenti l’arrivo di Juno.
La sonda spaziale della Nasa è stata lanciata nel 2011 e ha viaggiato per circa 3 miliardi di chilometri per raggiungere il sistema gioviano. Il satellite può raccogliere dati senza le limitazioni che affliggono i telescopi sulla Terra, e perciò potrebbe apparire sorprendente che questa campagna da terra sia considerata così importante. Leigh Fletcher ne descrive lo scopo nella preparazione dell’arrivo di Juno. “Queste mappe ci aiuteranno a preparare il campo per le osservazioni di Juno nei prossimi mesi. Osservando a lunghezze d’onda diverse, all’interno della banda dello spettro infrarosso, potremo costruire una realizzazione tridimensionale del trasporto di energia e materia verso l’alto nell’atmosfera”.
Catturare immagini nitide attraverso l’atmosfera della Terra continuamente mutevole è una delle imprese più complesse affrontate dai telescopi a terra. Questo assaggio dell’atmosfera turbolenta di Giove, che ribolle di nubi di gas freddi, è stato possibile grazie a una tecnica nota come “lucky imaging” (immagini fortunate). Vengono raccolte da VISIR sequenze di esposizioni di Giove molto brevi, per un totale di migliaia di inquadrature, e quelle “fortunate”, quelle cioè in cui l’immagine è meno influenzata dalla turbolenza atmosferica, vengono conservate, mentre il resto è scartato. Le inquadrature selezionate vengono allineate e combinate per produrre le immagini finali, come quelle splendide pubblicate dall’ESO.
Glenn Orton, a capo della campagna da terra di supporto alla missione Juno, spiega il motivo per cui le osservazioni preliminari da terra sono così importanti: “Lo sforzo combinato di un gruppo internazionale di astronomi professionisti e dilettanti ha prodotto una vastissima raccolta di dati negli ultimi otto mesi. Insieme con i nuovi risultati di Juno, i dati di VISIR, in particolare, permetteranno ai ricercatori di caratterizzare la struttura termica globale di Giove, la copertura nuvolosa e la distribuzione delle specie gassose”. La moderna missione di Giunone per svelare il potente Giove porterà nuovi risultati, molto attesi, ma il suo lungo cammino – sottolinea l’ESO – è stato lastricato di sforzi osservativi realizzati sulla Terra.