Roma, 20 giu. (askanews) – Analizzare lo stato di salute delle coperture della Villa dei Misteri, attraverso un check-up approfondito con l’aiuto di tecnologie d’avanguardia. È l’obiettivo del team di ricercatori Enea impegnati dalla Soprintendenza Pompei in una nuova campagna di monitoraggio sulle strutture in cemento armato, legno e acciaio, costruite a protezione della domus romana, il cui primo nucleo risale al II secolo a.C. Il lavoro che la Soprintendenza di Pompei ha affidato all’Enea punta a realizzare un modello di analisi sperimentale e monitoraggio che potrà essere applicato ad altre domus nell’ottica di una manutenzione preventiva, che deve basarsi sulla conoscenza e sul controllo continuo o periodico dei manufatti al fine di garantire la conservazione e la sicurezza dei siti archeologici.
Le tecnologie utilizzate sono assolutamente hi-tech: il team Enea, infatti, ha trasferito dai Centri Enea di Bologna, Brasimone e Casaccia tecnologie d’avanguardia differenziate in base alle tipologie di materiale da analizzare, ossia legno e calcestruzzo. “In questa nostra campagna di indagine, che ha l’obiettivo di acquisire i dati necessari per definire gli interventi di manutenzione, abbiamo messo in campo un numero maggiore di strumenti d’indagine rispetto al 2013”, spiega Bruno Carpani responsabile scientifico della campagna diagnostica. “Con il lavoro che stiamo svolgendo a Villa dei Misteri – conclude Carpani – puntiamo a realizzare il primo modello di monitoraggio e diagnosi che potrà essere applicato ad altre domus con tipologie simili di copertura”.
A Villa dei Misteri l’equipe Enea ha eseguito anche i rilievi delle vibrazioni ambientali con sismometri ad elevata sensibilità. “Questa volta ci siamo concentrati sulla sala degli affreschi e sulla copertura dell’atrio adiacente alla sala stessa e abbiamo messo a punto una sofisticata modellazione matematica che ci ha permetterà di valutare in modo ottimale le condizioni di quest’area”, spiega Paolo Clemente dirigente di ricerca Enea. Sulle travi in legno sono stati utilizzati un termo igrometro per misurare il livello di umidità e un metodo di prova che prevede l’impiego combinato di sclerometro (che Enea ha ricevuto dall’azienda italiana Drc) per rilevare il grado di durezza superficiale e di ultrasuoni per scoprire eventuali discontinuità all’interno del campione. Misure ripetute ogni volta, con estrema cura e precisione, in tre punti diversi della trave, al centro e ai due appoggi laterali.
Nome evocativo per l’altro strumento utilizzato a Villa dei Misteri, il resistograph, che grazie ad un ago lungo 40 cm ha permesso di registrare omogeneità e compattezza del legno. E poi il cosiddetto “succhiello di Pressler”, una sonda con cui sono stati prelevati campioni di legno utili a individuare la specie legnosa – identificata finora nel castagno o nella varietà di pino pitch-pine – e che saranno analizzati al microscopio elettronico dei laboratori Enea di Bologna. Sul calcestruzzo sono stati utilizzati: il metodo di indagine Sonreb che mette in correlazione i risultati delle prove sclerometriche superficiali con indagini ultrasoniche per determinarne la resistenza dei materiali; un pacometro, capace di individuare l’esatta posizione dell’ armatura all’ interno della trave, utilizzando campi magnetici in grado di interagire con il ferro. I campioni di calcestruzzo prelevati – che saranno analizzati nei laboratori del Dipartimento di Ingegneria Strutturale dell’Università Federico II di Napoli- serviranno a valutare la resistenza alla compressione e la profondità di carbonatazione, ossia il processo di interazione della calce con l’anidride carbonica che indica l’abbassamento del ph della pasta cementizia, causando l’ossidazione del ferro all’interno della trave stessa.