Roma, 10 dic. (askanews) – Dalla necessità di una maggiore trasparenza nelle operazioni, alla tutela dei dipendenti di Call e Contact Center, Assocontact lancia una sfida importante alla politica italiana in vista di una necessaria legge di riordino del settore. Partendo dalll’impegno che diverse aziende italiane del settore portano avanti al fine di istituire una certificazione di qualità, chiave di volta per migliorare i servizi alla persona, alla Pubblica Amministrazione e ai Brand, tutelando i diritti dei consumatori e la sicurezza dei loro dati. Come conferma Lelio Borgherese, Presidente di Assocontact:
“Per uscire dalla crisi è necessaria la qualità, per tutelare l’occupazione e le aziende. Ma la qualità va certificata. Ecco perchè abbiamo proposto nel nostro disegno di legge di riordino del settore dei call e contact center un bollino blu, cioè una certificazione di qualità che intendiamo attribuire alle aziende serie e a tutte quelle migliaia di lavoratrici e lavoratori che ogni giorno offrono la loro professionalità al servizio della PA e dei grandi brand. Intendiamo tutelare il lavoro di qualità, così come un rapporto serio e sano tra PA e cittadini, tra grandi imprese e consumatori soprattutto tutelando il loro bene più prezioso che sono i dati personali”.
Lo sforzo portato avanti da Assocontact, la più grande Associazione italiana di Call e Contact Center, oltre alla creazione di un Bollino Blu della Qualità, guarda inoltre alla digitalizzazione in atto nel Paese con la responsabilità di assicurare trasparenza e certezza delle attività a vantaggio di tutti, aziende, operatori e soprattutto, cittadini. Da qui il messaggio forte alle istituzioni. Ancora Lelio Borgherese:
“Abbiamo bisogno di una legge chiara, inequivocabile, di riordino del settore. Basata sui seguenti punti: riformulazione precisa della clausola sociale, che consenta di tutelare l’occupazione senza interpretazioni soggettivistiche in caso cambio di appalto, ammortizzatori sociali strutturali per il settore per favorire l’uscita dal lavoro in maniera meno traumatica possibile e la possibilità per le nostre lavoratrici e lavoratori di affrontare un percorso di formazione continua. Quindi il terzo punto è legato ad un fondo per la formazione continua”.
“Il quarto punto quello forse più essenziale è rimettere in fila, in ordine i rapporti tra la committenza e gli outsourcers, quindi rafforzare le tabelle ministeriali che determinano il prezzo minimo a cui vanno venduti i servizi di Business Process Outsourcing. Questo è fondamentale per la stabilità e la sostenibilità delle imprese e del business nel tempo e di conseguenza la tenuta occupazionale di un settore che impiega decine di migliaia di persone in tutta la penisola”, ha concluso.