Milano, 31 ago. (askanews) – Sicurezza, neutralità nell’impatto ambientale determinato dalle emissioni di CO2 di tutte le attività, shift modale a favore del
trasporto collettivo e condiviso, della mobilità dolce, e
ferroviario in particolare. Il gruppo Ferrovie dello Stato
Italiane focalizza su questi tre macro obiettivi le strategie di
sostenibilità con avvistamento al 2050.
Ma considerando l’impatto delle attività sottese al loro
raggiungimento si comprende che si tratta di veri e propri
obiettivi strategici industriali, la cui portata supera quindi la
visione tradizionale, spesso ancillare, del concetto di
sostenibilità nelle attività di impresa.
Lorenzo Radice, responsabile Sostenibilità del gruppo Ferrovie
dello Stato Italiane sintetizza così per il Salone della CSR e
dell’innovazione sociale i tre obiettivi: “Gli obiettivi di lungo
periodo del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane sono obiettivi
industriali strategici, non sono quindi obiettivi di
‘sostenibilità’: sono gli obiettivi del gruppo. Riguardano tre
macro aree prioritarie per il gruppo, e sono: la
decarbonizzazione, con il raggiungimento della carbon neutrality
al 2050; la sicurezza, con l’obiettivo di azzeramento degli
eventi mortali per i viaggiatori, per i fornitori, per i
dipendenti e per tutte le persone che interferiscono con l’eco
sistema ferroviario, ad esempio chi attraversa in maniera
indebita i binari o i passaggi a livello. Il terzo obiettivo
riguarda proprio il core nel nostro business, il modal-shift,
cioè togliere auto private e camion dalla strada a favore della
mobilità integrata, sostenibile, e dolce”.
In dettaglio i target di modal shift sono del 5% – rispetto al
2015 – da auto privata a mobilità condivisa, pubblica e dolce al
2030 e del 15% al 2050; e per le merci: 50% trasporto su gomma e
50% trasporto su treno al 2050 per relazioni superiori a 300
chilometri. Obiettivi che richiedono non solo l’impegno del
gruppo, ma soprattutto una scelta convinta del soggetto pubblico
e istituzionale a impegnarsi sul nuovo modello di mobilità.
“Questi sono obiettivi di altissimo livello, sono obiettivi
Paese: quindi bisogna affrontarli sia con le leve interne, le
leve di business; sia con gli interlocutori esterni. Sono due
modalità che devono essere necessariamente integrate – continua
Radice – La prima, quella relativa alle risorse aziendali, va
basata su un cambiamento culturale che stiamo promuovendo. Già
nella revisione del Piano industriale 2019-2023 stiamo inserendo
queste logiche che non sono solo finanziarie ed economiche, ma
anche ambientali e sociali, necessarie per il raggiungimento di
questi obiettivi. Poi stiamo interloquendo con le istituzioni e
con gli stakeholder rilevanti proprio per il raggiungimento di
questi obiettivi che, è importante dire, sono obiettivi che sono
stati definiti assieme agli stakeholder stessi”.
Il coinvolgimento costante degli stakeholder è senza dubbio uno
degli aspetti più delicati e dall’esito incerto: basti pensare
che su scelte come lo shift modale, per esempio, il
coinvolgimento diretto di istituzioni, amministrazioni, decisori
politici a diverso livello implica anche una composizione di
obiettivi non sempre convergenti. “Dobbiamo essere bravi nel far
comprendere quali siano i vantaggi per il Paese perché si tratta
di scelte non soltanto a vantaggio del gruppo FS Italiane, ma a
vantaggio di tutti – sottolinea il responsabile Sostenibilità del
gruppo Ferrovie dello Stato Italiane – Dobbiamo essere bravi a
spiegare perché è meglio far spostare più persone e più merci sul
ferro e con il trasporto pubblico piuttosto che con l’auto
privata. E quindi stiamo sviluppando gli strumenti per
rappresentare in maniera numerica quali sono i vantaggi delle
nostre modalità di trasporto in modo da convincere poi i decisori
politici che le nostre scelte sono le migliori. E non le migliori
per il gruppo FS, ma le migliori per il Paese”.
Il gruppo FS Italiane ha avviato intanto anche un programma di
rinnovo delle flotte, adottando soluzioni che già segnano dei
passi importanti lungo le direttive indicate dagli obiettivi
strategici di sostenibilità. “Per raggiungere gli obiettivi di
lungo periodo bisogna necessariamente iniziare adesso anche se i
risultati si vedranno tra un po’ di tempo. Abbiamo iniziato, per
esempio, con i treni Alta Velocità, che consumano fino al 30 per
cento in meno rispetto ai treni di precedente generazione, e
quindi riducendo il consumo energetico vengono ridotti anche le
emissioni in atmosfera. I nuovi treni regionali, Pop e Rock,
consumano meno rispetto alle versioni precedenti. Nei treni
regionali, poi, c’è più spazio per le biciclette per facilitare
gli spostamenti del primo e dell’ultimo miglio con mobilità
dolce. Abbiamo inoltre tutta una serie di iniziative che aiutano
l’intermodalità, fondamentali e necessarie per raggiungere
l’obiettivo di togliere auto private e camion dalla strad”.
Il percorso intrapreso è dunque lungo, l’arco temporale per
compierlo sembra ampio, ma in realtà i tempi per concretizzare
scelte e decisioni non sono poi così ampi se si vuole che gli
obiettivi siano realisticamente perseguibili. Ma va riconosciuto
che il gruppo Ferrovie dello Stato Italiane già si muove da tempo
sulla strada della sostenibilità. “Relativamente agli obiettivi
di lungo periodo su modal-shift, sicurezza, e carbon neutrality,
non siamo all’anno zero – conclude Radice – Fin da quando sono
nate le Ferrovie ragionano in quest’ottica. Ora però abbiamo
definito obiettivi numerici, chiari, con scadenze precise, sui
quali stiamo lavorando con un particolare focus. A dimostrazione
ci sono anche i dieci anni del Rapporto di Sostenibilità che
testimoniano le tappe compiute nel passato lungo questo
percorso”.