Roma, 14 mag. (askanews) – Poi ci sono “i nostri artisti che ci fanno tanto divertire”. Una frase del presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa mentre presentava le misure del Decreto Rilancio per far riprendere l’economia dall’emergenza coronavirus, in particolare mentre parlava brevemente dei fondi dedicati alla cultura. Una frase che ha fatto molto discutere, da molti giudicata di cattivo gusto.
“La cultura, non dimentichiamo questo settore, abbiamo un occhio di attenzione per i nostri artisti che ci fanno tanto divertire e appassionare, per gli iscritti al Fondo pensione lavoratori dello spettacolo che abbiano versato almeno 7 giorni di contrinuti nel 2019 arriverà un indennità di 600 euro anche per aprile e maggio e creaiamo anche un fondo cultura con 50 milioni di euro per il 2020 finalizzato a promuovere investimenti e altri interventi per la tutela, fruizione e valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio culturale”.
Ma al di là dei fondi stanziati, non è passato inosservato il modo in cui si è parlato dei lavoratori dello spettacolo e del concetto di cultura ridotta, per semplificazione a puro intrattenimento.
“Gaber, Jannacci, Faletti. Tre signori che ci hanno ANCHE fatto divertire. E molto: ma c era tanto di più. Una frase così volgare l avrebbero seppellita sotto a un altro sorriso” ha scritto su Twitter Enrico Ruggeri.
“So’ contenta che facciamo tanto divertire e appassionare, ma ricordati che senza sto intrattenimento placa emozioni c’era la guerra civile sotto casa” ha commentato Carolina Crescentini.
E’ un'”offesa profonda e irrispettosa per una categoria che più di ogni altra sta subendo gli effetti di una politica scellerata” ha polemizzato Vittorio Sgarbi. E se dal Pd, Matteo Orfini ha scritto su Fb: “Sono anni che facciamo una certa fatica a spiegare che gli artisti sono prima di tutto dei lavoratori, e non gente che ‘ci fa tanto divertire'”, si attende ancora un commento da parte del ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini.