Bari, 30 apr. (askanews) – Trasparenza come valore intrinseco dell’impresa: sulla base di questa visione, la relazione sugli asset non finanziari – la Dnf – alla quale da alcuni anni sono obbligate le imprese quotate e quelle con più di 500 dipendenti, acquista sempre più la valenza di riscontro concreto delle scelte di sostenibilità e sempre meno quella di un vincolo burocratico.
E difatti di anno in anno sempre più numerose le imprese che, pur al di fuori del perimetro della normativa, scelgono di comunicare i propri asset non finanziari e gli impegni di sostenibilità.
Ma per l’organizzazione interna dell’imprese si tratta però di una complessità che va gestita con competenze specifiche. “Oggi il tema delle responsabilità sociale diventa centrale nella pianificazione strategica delle aziende e in questo noi professionisti assumiamo un ruolo altrettanto strategico e rilevante affiancando l’imprenditore proprio in questa fase di pianificazione – spiega Elbano de Nuccio, presidente Ordine dei dottori commercialisti e esperti contabili di Bari – Gli effetti benefici di questo approccio all’interno dell’azienda possono essere misurati in termini di vantaggi fiscali in miglioramento dell’efficienza aziendale il miglioramento e rapporto all’interno dell’azienda con la componente lavorativa nella capacità di prevenire rischi aziendali che possono poi generare perdite o addirittura mettere a repentaglio la stessa sopravvivenza il soggetto aziendale all’interno del mercato”.
La riflessione sulla Dnf come strumento di responsabilità sociale d’impresa è stata al centro della tappa di Bari de Il Salone della Csr e dell’innovazione sociale; incontro che si è svolto in streaming a seguito dell’emergenza Covid-19.
Tra i punti affrontati anche le critiche -già emerse anche durante la stesura stessa della normativa- riguardo la reale competenza dei professionisti su tematiche appunto non finanziarie né contabili che devono comunque certificare. “Il tema non è tanto la valutazione se effettivamente il componente del collegio sindacale o dell’organo di revisione abbia le competenze necessarie idonee per effettuare un controllo sulla documentazione relativa alle informazioni non finanziarie, perché lo do per scontato – commenta De Nuccio – quanto piuttosto necessità di effettuare un coordinamento normativo nelle attività di controllo, per evitare ovviamente duplicazioni sia da parte del collegio sindacale che da parte il revisore. E questo è un tema che è stato già sollevato da parte di Assonime invitando i legislatori intervenire in tal senso”.
La Dnf è nei fatti una realtà anche per una serie di opportunità apre alle stesse aziende. “I benefici associati a queste pratiche sono di tutta evidenza sia in termini fiscali sia in rapporto con il sistema finanziario – conclude il presidente Odcec Bari – Mi verrebbe da dire che la disclousure sulle informazioni non finanziarie è essenziale per la sopravvivenza del Pmi all’interno del mercato. In questo noi professionisti acquistiamo un ruolo particolarmente strategico affiancando l’imprenditore nella fase di pianificazione quindi poi di elaborazione della documentazione e consentendo alle imprese di poter generare quel vantaggio competitivo di differenziazione che la difende rispetto anche ad una competizione di mercato ormai sul piano globalizzato”.
Durante la tappa barese del Salone sono state inoltre condivise le esperienze di alcune organizzazioni che hanno raccontato il loro impegno per la sostenibilità e come stanno gestendo l’attuale situazione emergenziale in un’ottica di ripartenza. L’appuntamento nazionale per il Salone è come sempre a Milano, in Bocconi: quest’anno per il 29 e 30 settembre