Milano, 10 apr. (askanews) – I pazienti con coronavirus in aree
con livelli elevati di inquinamento atmosferico prima della
pandemia hanno maggiori probabilità di morire per infezione
rispetto a chi vive in zone meno inquinate. È quanto emerge da
diversi studi accademici fra cui anche una ricerca condotta negli
Usa dai ricercatori della TH Chan School of Public Health
dell’Università di Harvard che hanno scoperto che livelli più
elevati di inquinamento e polveri sottili nell’aria sono
associati a tassi di mortalità più elevati, causati dalla
malattia. Una riflessione nel commento di Chiara Braga, deputata
del Partito Democratico nonché capogruppo Pd in commissione
Ambiente alla Camera.
“Io credo che questo sia uno dei fronti più interessanti ed
urgenti da analizzare: come la diffusione di questi virus si
intreccia con le condizioni ambientali in cui si vive. Questa
ricerca mette a fuoco questo tema, il legame tra inquinamento e
virus, ci dice delle cose molto interessanti, più in generale ci
fa riflettere sul nostro modello di sviluppo, sul fatto
del non farci carico anche del contesto in cui queste situazioni
possono verificarsi. Purtroppo non si può cambiare il passato. La
pressione che secoli di un certo tipo di sviluppo hanno portato
sulle risorse naturali e sul pianeta non può essere se non
parzialmente migliorata e mitigata.
“Ma c’è molto da fare su quello che ci aspetta da qui in poi. Sarebbe sbagliatissimo pensare che in nome dell’esigenza di
ripartire e di riaccendere i motori dell’economia, si riparta
esattamente come ci si è arrivati a questa crisi. Lo dico anche
in una regione come la Lombardia. Se uno si affaccia alla
finestra in questi giorni trova un aria molto diversa rispetto a
un mese fa. Ovviamente non possiamo dirci contenti. Sappiamo
quale sia l’origine e la causa di questa diversa condizione in
cui siamo. Però dobbiamo capire, che se è possibile abbattere le
polveri sottili e l inquinamento, è un beneficio per la nostra
salute. Ci dobbiamo arrivare senza il virus, mi viene da dire.
Quindi dobbiamo riuscire a cambiare alcune cose nei nostri
comportamenti, ma anche alcune scelte di politica economica,
perché da lì si passa”.