Roma, 11 mar. (askanews) – “Vega è già sulla rampa di lancio, è stata completata la sua integrazione; stiamo finendo di integrare i satelliti che andranno a bordo di questo volo che avverrà realisticamente tra il 23 e il 25 marzo”. Ad annunciarlo l’amministratore delegato di Avio Giulio Ranzo intervistato da askanews per fare il punto su Vega, gioiello della classe dei piccoli lanciatori, realizzato dall’azienda di Colleferro, alle porte di Roma.
Lo scorso luglio, a due minuti dal decollo dalla Guyana francese del lanciatore Vega per la missione n.15 si è verificata un’anomalia – la prima dopo 14 successi consecutivi del lanciatore europeo – che ha portato alla conclusione prematura della missione. Una volta individuate dalla commissione d’inchiesta le cause, Avio ha lavorato con impegno annunciando l’obiettivo di tornare al volo nel primo trimestre di quest’anno. Obiettivo mantenuto, con il Vega pronto al lancio tra il 23 e il 25 di questo mese equipaggiato con il nuovo SSMS (Small Spacecraft Mission Service), dispenser in grado di portare contemporaneamente in orbita numerosi piccioli satelliti.
“Per la prima volta in Europa – spiega l’ad di Avio – porteremo nello spazio con un solo volo 44 satelliti diversi, nella direzione del trend di questo momento che vede una domanda di mercato concentrata su satelliti di piccole dimensioni. Quindi abbiamo messo a punto una tecnologia proprio per questo”.
Il 2020 vedrà anche il volo di qualifica di Vega C con i nuovi motori P120C e Zefiro 40 (rispettivamente primo stadio comune a Vega C e Ariane 6 e secondo stadio del Vega C).
“Vega C è la nuova versione di Vega che porta sul mercato tutto quello che abbiamo imparato negli ultimi 8 anni, da quando esiste Vega, con una tecnologia ancor più innovativa, ancor più efficiente dal punto di vista del costo e con maggiore capacità di carico. Quindi porteremo una versione significativamente aggiornata del prodotto entro la fine dell’anno”.
“Quanto agli ordini – prosegue l’ing. Ranzo – abbiamo fatto il pieno. Oggi abbiamo più di 10 voli ordinati e quindi abbiamo una visione completa di quello che succederà nei prossimi 3-4 anni. Oggi direi che siamo concentrati sul lavorare per riuscire a realizzare quello che ci è stato ordinato”.
E Avio sta già lavorando allo sviluppo di Vega E, equipaggiato con il nuovo motore M-10.
“È il paradigma del nostro lavoro, nel senso che siamo sempre proiettati verso il futuro. Quindi già per il 2025 stiamo lavorando su una nuova versione di Vega che avrà un motore a metano, che è un’altra dimensione dell’innovazione, verso i propulsori ‘green’, puliti, che utilizzano propellenti più compatibili con l’ambiente. Oltre a questo – aggiunge l’amministratore delegato di Avio – stiamo pensando di sviluppare anche una versione ‘mini’ di Vega, una versione molto piccola che servirà proprio a portare nello spazio satelliti di piccolissime dimensioni, per ampliare questa famiglia di prodotto e raggiungere il mercato nei suoi diversi segmenti con un’offerta completa”.
L’ultima Ministeriale dell’Agenzia spaziale europea ha visto impegnare il budget più alto di sempre, oltre 14 miliardi di euro (+36% rispetto al triennio precedente) con l’Italia che, con 2,3 mld di euro, ha aumentato in modo deciso il proprio contributo. Una fetta consistente del budget Esa – circa 2,2 mld – è stata allocata nei programmi per l’accesso allo spazio, come Vega, Ariane e Space Rider in cui Avio è coinvolta. Quali ricadute per il gruppo?
“L’effetto più macroscopico è che avremo ordini per sviluppi di nuovi prodotti per quasi mezzo miliardo da lavorare durante il prossimo triennio. Sui prodotti di cui si diceva prima: Vega C, Vega E, minilanciatore e Space Rider, questa navicella in grado di andare nello spazio con Vega, orbitare per circa 6 mesi e poi rientrare atterrando su una pista. Quindi sicuramente siamo nel contesto di un’Europa che si è resa conto di cosa succede nel mondo, cioè che l’investimento nel settore dello spazio sta crescendo rapidissimamente e quindi l’Europa ha voluto portarsi al passo con le grandi potenze mondiali, in particolare Stati Uniti e Cina. E questa è una buonissima notizia, perché lo spazio è un settore che trascina il resto dell’economia verso il futuro”.
A proposito di competitor, su che cosa bisogna puntare per far fronte alla concorrenza e mantenere un ruolo da protagonista nel settore?
“È necessario continuare a investire in tecnologie nuove, in particolare in tecnologie che siano in grado di rendere il costo di accesso allo spazio più basso. L’altra dimensione importante su cui investire è la sostenibilità. Si parlava prima di propellenti green, ma anche della possibilità di recuperare detriti spaziali. Noi stiamo popolando lo spazio di oggetti e a un certo punto il problema di porrà. E dunque è importante muoversi con un certo anticipo. Noi – sottolinea Ranzo – abbiamo iniziato già da qualche anno a occuparci di tecnologie per il recupero di detriti spaziali. Pochi giorni fa abbiamo firmato un accordo con una ditta lussemburghese (Made in Space, NdR) per lavorare su un braccio robotico che consenta di recuperare i detriti e riportarli all’interno dell’atmosfera. E proseguiremo in questa direzione. Su questo fronte – conclude l’ad di Avio – stiamo anche lavorando con le Nazioni Unite per la definizione di uno schema legislativo globale, che chiarisca come dobbiamo gestire questo spazio”.