Azerbaigian ricorda massacro Khojaly con “Dieci storie che…”

Lo spettacolo lancia l'Anno della cultura azerbaigiana in Italia

FEB 26, 2020 -

Roma, 26 feb. (askanews) – Un suggestivo alternarsi di musica e narrazione, un mix di strumenti e di parole in occasione del 28esimo anniversario del massacro di Khojaly. “Dieci storie che potevano essere vere” – evento organizzato dall’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia in collaborazione con l’Associazione Espressione d’Arte – è andato in scena a Roma, al Teatro Sala Umberto. L’ambasciatore Mammad Ahmadzada ha spiegato il senso di questo spettacolo che ricorda il destino delle vite mancate: quelle di 613 persone massacrate a Khojaly nel 1992, tra loro 106 donne, 63 bambini, 70 anziani. E di tutte le vittime di un conflitto ad oggi senza soluzione.

E’ il simbolo delle persone che hanno perso la loro vita durante il conflitto tra Azerbaigian e Armenia nel Nagorno Karabag. Queste dieci persone rappresentano praticamente 20mila morti durante la guerra, più di milioni di rifugiati profughi che hanno perso la loro casa e sono praticamente 30 anni che non possono tornare nelle loro terre.

E’ una pagina dolorosa della nostra storia contemporanea, è una ferita aperta nel cuore dell’Azerbaigian. E’ importante ricordare

Con questo evento, di fatto, entra nel vivo l’anno della Cultura dell’Azerbaigian in Italia 2020, dopo la visita a Roma del presidente Ilham Aliyev. Noi abbiamo avuto la visita di stato del nostro presidente il 20 e 21 febbraio ed è stata veramente una visita di grande successo, il culmine dei nostri rapporti di partenariato strategico.

Tutti gli interventi, tutti i discorsi che abbiamo sentito durante la visita dimostrano che i due Paesi hanno raggiunto un livello molto alto della collaborazione bilaterale e che abbiamo individuato i nuovi orizzonti da raggiungere.