Roma, 16 ott. (askanews) – La transizione energetica in corso è equiparabile a una vera e propria trasformazione industriale per la quale è necessario uno sforzo corale tra imprese e istituzioni. La strategia energetica per il paese al 2030 è basata sulla decarbonizzazione ma quali sono le sfide e le opportunità che l’Italia ha di fronte? E soprattutto come le infrastrutture di rete potranno far fronte alla sempre maggiore presenza di fonti rinnovabili per loro natura non programmabili? Se ne è parlato agli Stati generali della transizione energetica italiana organizzati da Terna e Snam insieme alla Cassa Depositi e prestiti. Primo forum di questo genere in Italia, ha messo a confronto aziende, istituzioni e stakeholders per fare il punto sulla Transizione definita dall’amministratore delegato di Terna, un “cambiamento radicale”.
“Stiamo cambiando – ha detto Luigi Ferraris, ad di Terna – il modo di funzionamento del sistema elettrico, stiamo cambiando la composizione. Ci stiamo muovendo per esempio in Italia, da impainti di generazione che erano pari ad 800 agli inizi del 2000 a oggi in cui siamo già a 800mila grazie all’aumento delle rinnovabili e soprattutto grazie al solare fotovoltaico. Stiamo vivendo un cambiamento radicale che ha delle implicazioni evidenti Perchè se ci priettiamo al 2030 ci dobbiamo aspettare milioni di punti in cui l’energia viene prodotta e messa in rete o comunque pensate alla atuto elettriche che diventeranno delle batterie o degli stoccaggi viaggianti. Stiamo parlando di piccoli numeri la cui massa diventa rilevante se rappresentata da grandi numeri e questo significa la misurazione puntuale da parte di chi ha la responsabilità della socurezza energetica”.
Terna – che è il gestore della Rete di trasmissione ad alta tensione – è pronta a fare la propria parte – ha detto Ferraris – in particolare con un piano di investimenti che ha puntato molto sulla innovazione e la digitalizzazione necessarie a gestire la mole immensa di dati che ogni secondo transitano sul suo sistema.
“E’ uno sforzo importante non solo in termini di infrastrutture di rete con investimenti per 6,2 miliardi di euro solo per l’Italia nei prossimi 5 anni che serviranno per rendere la rete più magliata e a ottimizzare l’utilizzo delle rinnovabili disponibili ma coprono anche investimenti in digitalizzazione e innovazione. Abbiamo allocato 700 milioni di euro in investimenti in innovazione e in una struttura di rete in fibra ottica per meglio gestire i nostri asset”.