Milano, 3 lug. (askanews) – Carola Rackete è libera, il gip di Agrigento Alessandra
Vella non ha convalidato l’arresto del capitano della nave Sea Watch 3 perché la donna non ha commesso alcun reato. Il magistrato, nell’episodio relativo all’ingresso forzato in porto a Lampedusa per sbarcare i 40 migranti a bordo e al contatto con la motovedetta della Guardia di Finanza che si era frapposta fra la nave e la banchina, ha escluso le ipotesi di “resistenza e violenza a nave da guerra”, ritenendo che il comportamento di Carola Rackete sia stato giustificato dall’avere agito per adempiere a un dovere: salvare vite umane in mare.
Furibondo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini che, in una diretta video su facebook ha tuonato contro i magistrati.
“Pessimo segnale signor giudice – ha detto Salvini – se qualche giudice vuole fare politica, siamo in democrazia, si toglie la toga, si candida in Parlamento con la sinistra e cambia le leggi che non gli piacciono”.
Salvini ha parlato di “sentenza che fa male all’Italia”, invocando un provvedimento immediato di espulsione per il capitano della Sea Watch definendola “criminale” e poi, citando l’indagine “Fake onlus” di Lodi sui legami tra ‘ndrangheta e cooperative per l’assistenza ai migranti, è tornato sulla presunta connivenza tra Scafisti e Ong.
“Loro sono buoni e accolgono i migranti perché sono generosi, cristiani, accoglienti. Cazzate! Perché ci guadagnano un sacco di soldi”.
A smentire almeno in parte il ministro su questo punto, però, è stato lo stesso procuratore di Agrigento che aveva chiesto l’arresto di Carola Rackete, Luigi Patronaggio, durante la sua audizione alla Camera sul decreto sicurezza.
“Molte volte – ha spiegato – arriva la telefonata di un parente che ha l’immigrato sul barcone, chiama per sollecitare il soccorso. Può essere che questa chiamata venga intercettata dalla Ong e ci si attivi ma questo è un contatto penalmente non rilevante. Il contatto penalmente rilevante è: stiamo partendo, vieniteli a prendere. E questo contatto qualificante, dalla mia esperienza professionale e quella delle Procure vicine, mi sembra che fino a questo momento non è stato provato”.
Intanto il prefetto di Agrigento ha disposto il decreto di espulsione per Carola Rackete che però difficilmente verrà convalidato dal giudice. Il capitano della Sea Watch 3, in ogni caso, resta a disposizione per il nuovo interrogatorio relativo all’ipotesi di reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.