Milano (askanews) – Tra il 2019 e il 2023 Terna punta a investire 6,2 miliardi di euro nel rinnovamento della rete elettrica italiana, favorendo la piena integrazione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non programmabili. Lo prevede il piano strategico approvato dal Cda insieme ai risultati consolidati del 2018 che indicano un utile netto di oltre 706 milioni di euro, in crescita del 2,7% sul 2017, e un Ebitda di 1 miliardo e 650 milioni di euro, in crescita del 2,9%.
Numeri presentati dall’amministratore delegato e direttore generale, Luigi Ferraris: “Ci affacciamo all’inizio di questo piano, che è il 2019, in ottima salute. Abbiamo chiuso il consuntivo con risultati in crescita rispetto al 2017, che è un’ottima base di partenza per verificare e testare la nostra capacità di realizzare il piano il piano 2019-2023”.
L’investimento previsto per l’Italia nei prossimi cinque anni è il più alto di sempre e punta ad accelerare la transizione energetica del Paese verso un sistema con più auto elettriche, più pompe di calore, minore capacità produttiva da fonti fossili e maggiore da fonti come il vento e il sole, che non permettono di variare la produzione in base alla domanda del momento.
“Il piano – ha aggiunto Ferraris – comporta investimenti di interconnessione con l’estero, lo sbottigliamento di alcune aree geografiche per favorire un’ottimizzazione del collegamento tra rinnovabili e luoghi di consumo, comporta investimenti nel miglioramento della rete esistente e investimenti in resilienza per affrontare anche condizioni climatiche sempre più estreme e sempre più avverse, e comporta soprattutto investimenti in innovazione e digitalizzazione della rete”.
Se infatti fino a 10 o 15 anni fa gli impianti di generazione erano pochi e grandi, oggi i punti di produzione di energia in Italia sono più di 800.000 e la rete ha un modo di funzionamento già completamente diverso rispetto al passato, nonostante la transizione sia appena cominciata.