Roma, (askanews) – Lo sviluppo dei fondi sanitari integrativi, settore con grandi potenzialità in un’epoca di ristrettezze di bilanci pubblici e invecchiamento della popolazione, passa anche per il web. A spiegarlo, in una intervista ad askanews, è
Stefano Ronchi, Amministratore delegato di Vis – Valore in sanità, la prima piattaforma italiana di ecommerce per la sanità integrativa.
“In Italia lo stato assiste tutti i cittadini con uno stanziamento di risorse pari a circa 110 mld di euro che coprono tutti i grandi interventi. C’è perà una parte di spese che il cittadino paga direttamente e questo vale 40-45 mliliardi di spesa. Di questa una piccolissima parte è coperta dalla sanità integrativa, circa 8 miliardi di cui 4,5 sono coperti dalle assicurazioni e 3,5 sono coperti dai fondi integrativi. Un settore che oggi copre un 10% della spesa che il pubblico non copre, ma che potenzialmente può arrivare a coprire l’intera spesa dei 40 miliardi che è in carico direttamente alle famiglie”
“I fondi sanitari integrativi – ha spiegato Ronchi – sono fondi di settori o aziendali. In pratica il meccanismo è quello di un patto sociale tra datore di lavoro e lavoratore, per cui il datore di lavoro versa un contributo a questo fondo attraverso un accordo di lavoro collettivo o aziendale. E il lavoratore può dare una propria quota.Il fondo poi mette a disposizione risorse per tutti gli aderenti, con un principio di mutualità”.
Il settore, per Ronchi, ha grandi prospettive di sviluppo perchè “la sanità pubblica è uno dei sistemi più evoluti. Chiaramenti i vincoli di bilancio non permetteranno di potere estendere il fondo sanitario molto oltre i 110 miliardi attuali, anche ipotizzando delle efficienze. Quindi bisognerà fare ricorso a delle soluzioni diverse che possono essere promosse da assicurazioni, come la cosiddetta assicurazione di cittadinanza, cioè un obbligo per tutti i cittadini di pagare una assicurazione sanitaria così ogni cittadino paghi meno. Ma non è una soluzione vera perchè incide sulle tasche delle famiglie. Oppure fondi sanitari integrativi che distribuiscono le risorse tra più soggetti”.
“Questo settore non è mai stato attraversato dall’innovazione tecnologica del web. Sappiamo che laddove la rete è intervenutaha portato dei benefici economici e di trasparenza. Vis vuole essere semplicemente una piattaforma come può essere Amazon, che però non è presente nel settore sanità. Noi vogliamo coprire questo vuoto per permettere a chi vuole usufruire a livello privato di prestazioni sanitarie per le quali non può accedere al pubblico, di poterlo fare a condizioni economiche vantaggiose, di beneficiare degli sconti e dall’altro lato poter usufruire della trasparenza che si trova tipicamente nelle recensioni, pensiamo a Booking”. In sintensi, l’offerta di fondi sanitari online.