Roma, 12 feb. (askanews) – Ecco come funziona la speculazione sul latte che provoca la protesta dei pastori sardi arrivata a Roma, in piazza Montecitorio. Battista Cualbu, pastore sardo e presidente di Coldiretti Sardegna, punta il dito contro gli industriali:
“Sono gli industriali quelli che decidono il prezzo perché dicono “il prezzo lo fa il mercato”. Un cavolo; il prezzo lo fanno in pochi. Prendono appalti di pecorino romano anche per un anno a basso prezzo perché sanno che poi qualche cooperativa messa male che ha necessità di svendere la trovano. Prendono alla gola l’allevatore singolo che in autunno ha necessità di un po’ di liquidità, gli danno magari qualche migliaia di euro di caparra e lui non ha più nessun potere contrattuale, firma un contratto dove la cifra la mettono gli industriali. Non bisogna passare dalla ragione al torto, bisogna usare la testa, creare meno disagi possibili ma bisogna andare avanti finché non otteniamo quello che è un nostro diritto sacrosanto, la dignità”.
“Abbiamo già i costi certificati ISMEA che sono 0,74 (centesimi); si immagini continuare a produrre a 0,60 che copre solo una parte dei costi di produzione. Noi vogliamo un euro al litro più Iva, altrimenti non tornano i conti, tornano solo a pochi a discapito di molti”. “Non vogliamo elemosine; vogliamo che il nostro prodotto sia pagato. E finché ci faranno il prezzo gli altri non riusciremo mai a svoltare. I pastori della Sardegna devono essere tutti uniti, altrimenti creiamo danno anche ai pastori del Continente perché stanno portando il latte a costo basso, e costringendo a vendere al ribasso anche i nostri conterranei sardi e allevatori che ci sono sparsi in tutta Italia. Basta con la speculazione perché qui ci sono migliaia e migliaia di famiglie che hanno il diritto di andare avanti”.