Roma, 7 feb. (askanews) – Proteggere da ritorsioni i dipendenti pubblici e privati che denunciano comportamenti illeciti di colleghi e superiori, come accaduto al Comune di Roma alla dipendente Emma Coli che ha denunciato lo scandalo delle multe cancellate da quattro colleghi, che hanno causato un danno da 15 milioni al Campidoglio, ed è stata oggetto di mobbing da parte di colleghi e superiori. E’ il fine del cosiddetto Whistleblowing (che in inglese dignifica “fischiare nel fischietto”, cioè richiamate l’attenzione su un caso di irregolarità), il complesso di regole anticorruzione in vigore anche in Italia che obbligano a tutelare la privacy del dipendente che denuncia “fischiando nel fischietto”.
“Gli enti pubblici e le imprese devono rispettare le regole di riservatezza della legge 179 del 2017, che ha introdotto nel nostro ordinamento giuridico la disciplina del whistleblowing e con essa una precisa tutela giuslavoristica di chi effettua segnalazioni di illeciti a danno dell’azienda e della Pubblica amministrazione” dice Fabrizio Vedana, vicedirettore generale di Unione fiduciaria, società di servizi del settore bancario attiva anche nel settore del whistleblowing. “Come Unione fiduciaria – dice ancora Vedana – sin dal 2014 abbiamo realizzato un applicativo inizialmente destinato al settore finanziario e bancario per far emergere fenomeni di illeciti e irregolarità. Poi questo strumento si è via via esteso anche al settore industriale e oggi coinvolge circa 500 mila dipendenti di banche e imprese come Esselunga, Cucinelli, Autostrade.
“In pratica noi che siamo una fiduciaria e siamo quindi abituati a lavorare sul tema della riservatezza, offriamo un nostro sistema informatico, un nostro server riservato che raccoglie le segnalazioni dei dipendenti e la loro identità, dati che dunque non sono ospitati nei sistemi informatici dell’azienda e questo consente di garantire al segnalatore la massima riservatezza”.
Vedana è da poco entrato a far parte del Blockchain Italy Summit che si occupa della diffusione delle nuove tecnologie informatiche ad alta protezione e riservatezza dei dati, che stanno entrando nel settore finanziario e in genere nella contrattualistica. “Il blockchain sta diventando anche un tema di dibattito politico – dice Vedana – Sono state anche presentate due proposte di legge, una per tutelare la riservatezza del voto degli italiani all’estero e contrastare i rischi di brogli e poi nel decreto semplificazioni ci sono alcune norme che cercano di dare una definizione degli smart contract, cioè dei contratti che vengono stipulati on line e che sinora non erano stati normati. E’ un primo tentativo di dare una più precisa connotazione giuridica a queste tecnologie che stanno sempre più entrando nella vita di tutti i giorni”.