Roma, (askanews) – Da vergini e modelle discinte a dive e contestatrici. L’evoluzione dell’immagine femminile nella storia che va da fine ‘800 agli anni 2000, viene rappresentata attraverso 100 opere circa – tra dipinti, sculture, video, grafica e fotografie – nella mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione”, dal 24 gennaio al 13 ottobre alla Galleria d’arte moderna (Gam) di Roma.
L’esposizione è curata da 4 donne, tra cui Federica Pirani (le altre sono Arianna Angelelli, Gloria Raimondi e Daniela Vasta) :
“Si parte dall’immagine che i pittori hanno dato della donna alla fine dell’800, primi 900, in epoca decadentista, della donna sfinge, della donna Salomè, ma anche della donna angelicata, per cui un’immagine assolutamente ambivalente. Il quadro emblematico della prima sezione è ‘Amor sacro, amor profano’ di Sartorio, dove racoconta le Vergini savie, le Vergini stolte”.
“Per poi soffermarci su una sezione di nudi, di come le donne vengono viste, sempre dagli uomini, sempre dai pittori uomini, diciamo così, attraverso un secolo, per poi parlare della maternità durante il fascismo, per cui quanto veniva esaltato il ruolo della donna, come madre, a discapito del suo ruolo nella società, a discapito anche del suo ruolo come lavoratrice”.
E poi tanti ritratti di donne, tra cui spicca quello celebre della moglie di Giacomo Balla, Elisa, intitolato “Il dubbio” (1907-1908), che è anche simbolo della galleria di Via Crispi, dove la donna da oggetto da ammirare, diventa soggetto, in questo caso misterioso.
“È molto bella questa sezione, perché al di là del valore di alcune opere, si vede come da una parte la modella diventa autonoma, anche l’artista non riesce più a ritrarla come vorrebbe, la modella si pone come sfinge, non capiamo più il suo pensiero. Tanto è vero che abbiamo una sala dedicata proprio all’immagine della donna inquieta”.
La mostra presenta alcune opere mai esposte prima o non esposte da lungo tempo, provenienti dalle collezioni d’arte contemporanea capitoline (Gam e Macro), ma anche prestiti temporanei, come quello di Fausto Pirandello “Il remo e la pala” (1933), che si potrà ammirare solo fino alla fine di febbraio.
Infine, l’ultima sezione è dedicata all’emancipazione femminile e le lotte femministe:
“Sono contributi di Archivia, straordinaria biblioteca che raccoglie gran parte dei documenti dei movimenti femministi degli anni ’70”
“Più ragazzi e ragazze conoscono la storia delle donne, le vittorie che hanno avuto, più è importante per tutta la società”.