Roma, (askanews) – Gestione efficiente delle risorse idriche, agricoltura sostenibile, catena del valore alimentare. Ma soprattutto fornire ai ricercatori e alle imprese analisi rigorose sugli scenari agroalimentari nell’area del Mediterraneo e ottenere raccomandazioni specifiche sulle priorità strategiche per i prossimi anni, identificando così i temi chiave da includere nei bandi Prima 2020-2021.
Sono stati questi i temi al centro di una giornata di riflessione sugli scenari presenti e futuri dell’agro-food nell’area del Mediterraneo. Un workshop al quale hanno partecipato rappresentanti della Commissione europea, della Fao, del Miur ed esperti internazionali che, insieme agli organi di governo di Prima, hanno tracciato la rotta da seguire per affrontare le sfide nell’area Med. L’evento, tenuto nella sede centrale della Fao a Roma, porta la firma di Prima, l’iniziativa euro-mediterranea di lungo periodo per la ricerca e l’innovazione.
“Il 70% dell’acqua si usa in agricoltura e un terzo nell’allevamento – sottolinea René Castro Salazar, Assistente Direttore Generale della Fao – non possiamo sprecare assolutamente nulla se vogliamo dare da mangiare a 10 miliardi di persone di qui a 50 anni. Questo è il lavoro tra la Fao e Prima”.
Gli obiettivi dell’iniziativa sono stati illustrati da Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione Prima.
“L’obiettivo è quello di riuscire a promuovere l’agricoltura ed il settore del food come leve di sviluppo di questa asrea. Ci sono dei paesi del Mediterraneo dove il 40% della forza lavoro è impiegata nel settore agrifood. Se noi riusciamo a crescere dal punto di vista imprenditoriale e dell’innovazione, l’agrifood può diventare uno strumento di sviluppo economico e sociale e può essere utile a fronteggiare il tema dell’immigrazione”.
Un’analisi condivisa anche da Mohamed El-Shinawi, co-Chair della Fondazione Prima.
“Prima come iniziativa di lungo periodo, gioca un ruolo significativo anche in termini di diplomazia scientifica e di sviluppo socio-economico per l’area del Mediterraneo – dice El Shinavi – un progetto strategico di lungo respiro che va rafforzato ulteriormente”.
Interventi come ha spiegato ancora Riccaboni che sono ormai indispensabili nel Mediterraneo.
“Sicuramente soffre di problemi di cambiamento climatico, sicuramente soffre di problemi legati alla necissità di adottare strumenti e innovazioni in questo settore. Il tema però è che abbiamo messo come paesi europei e paesi della parte nord dell’Africa, tutti insieme, questo grande progetto che ha una forte spinta del Governo italiano. Ci sarà un grande evento fra la Commissione, il nostro Governo col ministro Bussetti che segue attentamente la vicenda, e la Fao proprio per promuovere il lancio delle nuove call che ci sarà a febbraio e marzo del 2019”.