Roma, (askanews) – Camicia bianca e foulard rosso: gli scout iracheni, banditi dal movimento internazionale durante il regime di Saddam Hussein negli anni Novanta, fanno il loro ritorno, in un luogo simbolico, Mossul. Si sono ritrovati in 200 nella città diventata roccaforte dello Stato Islamico.
“Vogliamo mandare un messaggio a tutti i gruppi scout iracheni – afferma Hassan al-Allaf, vicegovernatore della provincia di Ninive – e dire che il campo di Hadbaa è di nuovo attivo per offrire attività scout nuove”.
Originari di quasi tutte le province d’Iraq, gli oltre 200 capi scout hanno dato vita a una vera e propria festa. Si tratta del primo ritrovo riconosciuto a livello arabo e internazionale.
L’Iraq è uno dei primi paesi arabi dove si è formato il movimento dello scoutismo mondiale, nel 1914, quando ancora il Paese faceva parte dell’Impero Ottomano. Ma il movimento ha subito un contraccolpo durante il regime di Saddam Hussein. Nel 1999, dopo l’invasione irachena del Kuwait e l’embargo imposto dalla comunità internazionale, il Paese è stato escluso dall’Organizzazione mondiale del movimento scout. Ma i seguaci di Baden Powell (fondatore dello scoutismo) hanno continuato la loro attività. Ora finalmente, tutto avviene alla luce del sole.