Milano (askanews) – “Every decision is a final refusal”. “Ogni decisione alla fine è un rifiuto”. La frase campeggia, sotto forma di wall drawing, su una grande parete in uno dei più noti ristoranti giapponesi di Milano, Zazà Ramen di via Solferino, dove ogni sei mesi il suo proprietario, Brendan Becht, invita un artista a intervenire con un’opera che cambia l’atmosfera del locale. “E’ un artista olandese che si chiama Job Koelewijn, un artista concettuale che fa lavori molto diversi: in questo caso si tratta di un testo che lui ha preso da Baruch Spinoza”.
La frase del filosofo olandese ha preso possesso della parete del ristorante e con la sua ambiguità speculativa innesca una serie di reazioni nel pubblico, che diventa a sua volta protagonista del lavoro. “E’ un testo che all’inizio sembra una contraddizione – ha aggiunto il fondatore del locale milanese – ma poi se uno continua a leggerla, per esempio mangiando un ramen, inizia a essere molto intrigante e molto strano”.
L’intervento di Koelewijn arriva dopo quello di altri artisti importanti come Tobias Rehberger o David Tremlett, e si deve a sua volta confrontare con un tipo di fruizione che non è quella delle mostre tradizionali, ma che offre opportunità diverse. “Secondo me mangiando al ristorante, restando seduto per una o due ore – ha concluso Brendan Becht – uno guarda molto di più e molto meglio le cose che ci sono intorno, quindi anche le opere d’arte. Quindi per me è importante la scelta di avere qualcosa che accompagna il cibo in un modo intelligente e piacevole”.