Roma (askanews) – Tutela del Made in Italy e lotta alla contraffazione: è questo l’obbiettivo dell’associazione e dell’osservatorio “Italiaintesta” costituita da professionisti e legali che ha organizzato per mercoledì prossimo alla Camera il primo di una serie di incontri dedicati al vari settori del Made in Italy: “Le stime del Ministero dello Sviluppo – dice l’avvocato Annaluce Licheri , presidente di Italiaintesta – indicano in circa 8 miliardi i prodotti contraffati venduti nel nostro Paese, mentre sono oltre 60-70 miliardi nel mondo i prodotti del cosiddetto ‘Italian sounding’, cioè i prodotti soprattutto alimentari che ‘suonano’ italiani ma non lo sono, a cominciare dal parmesan americano.
“La contraffazione è un fenomeno antico: dall’acqua mescolata all’olio, la farina mescolata al cemento, fino al caffè mescolato alla cicoria. Tutti i settori sono colpiti, dai giocattoli ai cosmetici fino ai farmaci, soprattutto quelli acquistati su internet, dove il prodotto più contraffatto è il Viagra.
“Noi abbiamo una buona normativa sulla tutela del consumatore, ma purtroppo la percezione che il consumatore ha dei rischi non è molto sviluppata, abbocca facilmente alle promesse del web e spesso non si rende conto che può mettere a rischio la salute propria e dei suoi cari. Il nostro osservatorio vuole essere un ponte tra Istituzioni, Imprese e Università per migliorare la normativa e la ricerca. Abbiamo programmato quattro incontri dedicati ai vari settori del Made in Italy: il primo si tiene mercoledì prossimo 23 novembre alla Camera dei Deputati, ospitato dalla Commissione anticontraffazione. Abbiamo avuto una buona risposta dalle istituzioni: parteciperanno il ministero dello Sviluppo, delle Politiche agricole, della Salute, l’Ice, i carabienieri dei Nas e la Guardia di Finanza.
“Alle imprese – conclude la presidente Licheri – suggeriamo di incrementare la distintività del propri prodotti e investire di più in marchi. brevetti e tutela della proprietà intellettuale. Bisogna anche incrementare la promozione dei prodotti all’estero: il fenomeno dell’italian sounding ha uno sviluppo così elevato perchè i nostri prodotti sono rinomati dal punto di vita dell’immagine e del sounding, ma non altrettanto dal punto di vista della concreta esperienza alimentare. Se ci fosse una maggiore promozione, se i consumatori stranieri potessero assaggiare i nostri prodtti originali capirebbero la differenza con quelli contraffatti e sarebbero in grado di scegliere”.