Roma, (askanews) – “Una Start Up per un futuro nel tuo paese”. E’ questo il progetto per sviluppare le competenze imprenditoriali dei romeni che vivono all estero, sostenendo le loro iniziative e finanziandone 25 con 40.000 euro a fondo perduto stanziati dall’Ue e dal governo di Bucarest.
L’obiettivo è riportare i lavoratori romeni della diaspora in Romania, dove la mancanza di manodopera è ormai critica.
Ma è anche un modo per dare un’opportunità nuova ai romeni che da anni sono partiti e che vogliono rientrare, come ha spiegato Dana Ioana Mihalache, Coordinatore delle attività per “Spirit Romanesc”.
“Ho trovato connazionali che dicono se vinco o non vinco torno a casa. La cosa che mi dà gioia è che capiscono l’opportunità non solo per i soldi ma anche per il corso sulla legislazione romena che è molto difficile per coloro che sono partiti da tanto tempo”.
I 200 partecipanti che verranno selezionati, infatti, parteciperanno a un corso intensivo gratuito di 40 ore su una piattaforma di e-learning che gli garantirà alla fine un diploma e la possibilità di creare un business plan con esperti da Bucarest.
Su 200 progetti, una commissione speciale creata in Romania selezionerà i 25 vincitori dei 40mila euro a fondo perduto che potranno godere anche dell’assistenza di un tutor per altri 18 mesi.
Un fondo che però non è ancora abbastanza, secondo l’imprenditore romeno Valentin Fagarasian, premiato nel 2017 come imprenditore straniero al Moneygram award.
“E’ un aiuto abbastanza piccolo, in confronto alle necessità della comunità che abbiamo oggi, ma è un inizio per mandare avanti progetti per chi è interesato a rientrare e non solo: possono aderire anche quelli che voglono restare e crearsi un inizio per poter rientrare in un secondo tempo”
Un progetto che, secondo gli organizzatori, può avere diversi risvolti positivi, ha sottolineato la responsabile della comunicazione, Miruna Cajvaneanu.
“Una parte del fondo sociale europeo è destinata al rientro dei romeni all’estero. L’idea è di far guadagnare tutti, da una parte i romeni all’estero che vengono con bagaglio di informazioni e idee nuove e dall’altra parte la Romania dove inizia a mancare manodopera. Quindi il know-how dei romeni all’estero che è incentivato a tornare in Romania. Speriamo che il risultato sia positivo”.