Roma, (askanews) – Franco Petrucci, ingegnere elettronico e fondatore di Decisyon e di Techlhub, ci racconta la carica delle start up italiane verso la Silicon Valley. Decisyon si occupa di “internet delle cose”, e Petrucci è partito da Latina nel 2007 per fondare un’altra sede in California ed ha raccolto 50 milioni di dollari per sviluppare il suo business. Non senza difficoltà, come racconta, prima di tutto “crearsi una credibilità, quella che manca all’Italia in campo tecnologico.” Ma quando il mondo del ‘venture capital’ americano ci ha creduto, gli si sono aperte tante porte. Oggi vuole sfruttare questa esperienza a beneficio degli altri: delle oltre cinquemila start-up registrate presso InfoCamere che hanno diritto ai contributi pubblici, e in particolare quelle che si occupano appunto di “Internet of Things”, la connessione fra oggetti ed elettrodomestici.
A questo scopo Petrucci ha creato Techlhub, per aiutare circa 300 start-up. “Stiamo cercando di replicare il nostro successo per coprire tutta la filiera, dagli incubatori di start-up per accelerare il loro sviluppo già in Italia. Quelle che funzioneranno saranno portate in America dove abbiamo già sponde molto forti”.
Il settore “sarà l’Internet delle cose, con degli incubatori che chiameremo ‘start-up studio’ focalizzati su industry 4.0, digital help, sanità elettronica, città intelligenti, cyber security, machine learning ovvero intelligenza artificiale. Questi hub saranno collocati nelle grandi città dove ci sono università; noi vogliamo sviluppare i talenti e la creatività degli italiani. Noi abbiamo architetti software in Silicon Valley che non hanno nulla da invidiare agli americani. L’Italia oggi genera talenti”.
“Su trecento start-up che creiamo, speriamo che un’ottantina possa essere accelerata e la metà in Silicon Valley” dice Petrucci. “Si tratta di un investimento iniziale di cinquanta milioni di euro che potrebbe innescare dieci volte tanto dagli Stati Uniti”.
“L’idea è creare un piccolo fondo di investimento per far partire la start-up; se funziona la finanzieremo noi stessi con un investimento “early stage” per portarla sul mercato, supportando l’imprenditore. Se funziona, lo passiamo al nostro team americano per far crescere la start-up in modo importante”.