Roma, (askanews) -Appuntamento all’Enea per la Giornata Airi per l’Innovazione industriale promossa dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale (Airi) che ogni anno si rivolge a temi di attualità per la ricerca e l’innovazione dell’industria italiana.
E focis su Industria 4.0, guardando in particolare alla tipicità del trasferimento tecnologico nell’industra manifatturiera italiana spesso composta da piccole aziende che necessitano di reti di supporto.
Fondamentale in questo il ruolo Airi, come conferma il presidente Renato Ugo:
“Cerchiamo continuamente di spingere e di far vedere che la ricerca è un punto del sistema e uno dei punti più importante del sistema perchè se non c’è innovazione di nuovo prodotto e nuovi processi, quello che è la forza dell’Italia nell’export e per essere competitivi, oltre che per dar lavoro, certamente il paese si rallenta”.
Alle testimonianze di rappresentanti di industrie quali
Pirelli e Comau, e del sistema delle reti d’impresa di Confindustria è poi seguita la consegna dei premi Oscar Masi per l’Innovazione Industriale. Sul podio Eni con un progetto per la generazione di bio olio dalla Forsu, Enea per ricerca su ottenimento carburo di silicio da riciclo pneumatici, e Laboratori Archa S.r.l. per la tecnologia Hydroil sul processo conciario.
Esempi di eccellenza che premiano il lavoro dei ricercatori guardando ad un’azione sempre più sistemica. Federico Testa, presidente Enea:
“Lo sforzo è proprio quello, andare al di là dei classici rapporti con i grandi gruppi, che noi abbiamo da sempre, e provare a capire come individuare le strade per arrivare ad altri. E il premio che ci viene oggi dato, ad un gruppo di nostri ricercatori, ci onora perchè è la dimostrazione di come lavorando insieme alle esigenze del mondo produttivo si possa arrivare a dei buoni risultati”.
Parola d’ordine dunque superare il piccolo è bello verso un finalmente possibile percorso a sistema. Anche perchè per le piccole aziende le difficoltà non mancano. Antonio Cecchi, ceo di Archa:
“Per poter stare sul mercato occorre coraggio, investire, innovarsi e non farsi scappare le persone valide”.
Più facile per i grandi, come Eni, passare con il trasferimento tecnologico dalla ricerca alla fase industriale, come sottolinea per il progetto bio olio Carlo Perego, direttore dell’Istituto Eni Donegani:
“Da un punto di vista sperimentale in 2/3 anni si potrà concludere tutta la fase di validazione a livello pilota e passare così al dimensionamento di un impianto di carattere industriale capace di produrre le decine di migliaia di tonnellate all’anno di bio olio”.