Roma, (askanews) – Energia e ambiente sempre più sinergici. Ad askanews, verso il seminario in programma a Trevi dal 17 al 20 giugno, ne parla l’on. Chiara Braga, componente della commissione Ambiente della Camera e da sempre vicina a queste tematiche. Una riflessione anche sulla strategia energetica nazionale e su come comunicare correttamente le grandi sfide legate alla transizione energetica in atto, dal fossile alle rinnovabili, seguendo l’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici:
“La discussione sulla strategia energetica nazionale è aperta – sottolinea Chiara Braga – noi abbiamo l’impegno di rivederla in audizione i ministri Calenda e Galletti hanno affermato in maniera molto netta che dovrà essere questa l’occasione per ripensare il modello energetico del nostro paese tenendo insieme i due capisaldi, quello dell’industria energetica ma anche della grande sfida del nostro tempo, cioè quello del contrasto ai cambiamenti climatici. Clima ed energia dovranno così trovare una declinazione in questo strumento di programmazione tenendo conto anche di quelle che sono le aspettative dei cittadini, della società, sui temi energetici così come su tutti i temi che in qualche modo incrociano l’ambiente, anche perchè c’è una sensibilità diffusa di informazione e di scelta, e anche del sistema industriale italiano che può giocare delle carte vincenti di eccellenza sulle energie rinnovabili pur con qualche difficoltà e ritardo rispetto all’innovazione tecnologica. E’ dunque uno scenario che impegnerà la politica ma anche l’informazione, con un ruolo di responsabilità importante”.
Responsabilità importante in particolare sui temi legati ai cambiamenti climatici:
“Ricordo che quando si era ormai in prossimità dello storico accordo di Parigi sul clima – continua Braga – i nostri telegiornali aprivano addirittura le loro edizioni serali commentando queste notizie. Un cambio di prospettiva, che non era mai successo. E da lì pur con ovviamente diversi livelli di attenzione, questi temi sono entrati in maniera preponderante nella comunicazione diffusa, diventando un patrimonio di interesse non solo degli addetti ai lavori ma anche dei cittadini. Io credo che da qui passi veramente la possibilità per costruire le condizioni per delle scelte che siano consapevoli e condivise, e che impegnano non l’immediato ma la visione che avremo del nostro paese e soprattutto dell’Europa, in uno scenario energetico europeo. Ed è importante per questo garantire un sistema di informazione corretto ed accessibile a tutti, non frutto di dati e indicazioni approssimative. Questo anche per aiutare la politica a fare le scelte migliori”.
A proposito di informazione e comunicazione, siamo ad un anno di fatto dal cosiddetto referendum sulle trivelle, che ha alimentato il dibattito anche informativo nel paese per diversi mesi:
“Mi ricordo bene, un anno fa eravamo nel pieno della discussione e della campagna sulle trivelle. Allora come oggi in parte succede nella discussione ad esempio sul Tap in Puglia c’era una visibilità di questi temi ma non tutte le informazioni a disposizione erano complete. C’è una oggettiva difficoltà perchè per dare una informazione completa serve anche dare informazioni tecniche, parlare di nuove trivelle, nuovi pozzi, prospezioni richiede certamente un livello di tecnicità che certamente non è accessibile a tutti ma dovendo poi chiamare i cittadini a fare delle scelte non si può prescindere da questo elemento corretto di informazione. Allora c’è stato uno sforzo in questa direzione, un tentativo, e credo che questo abbia consegnato a tutti noi una consapevolezza maggiore di quanto sia importante non solo compiere le scelte dentro le istituzioni ma anche fare un passo in più, cioè trovare modo e linguaggio giusto per raccontarlo ed illustrarlo in maniera comprensibile ai cittadini, ed anche al pubblico dei non esperti”.