Roma, (askanews) – La riforma della sanità è ancora ferma al Senato. Il Presidente dell’associazione a tutela degli operatori sanitari Scudomed, l’avvocato Massimiliano Parla fa il punto sull’iter parlamentare e sui contenuti del ddl Gelli, il provvedimento che modifica le norme sulla responsabilità medica.
“Scudomed ha seguito sin dai primi passi parlamentari questo ddl che in questo momento, licenziato dalla camera dei deputati è al senato con delle modifiche che sono state apportate e si spera che prima della fine dell anno possa giungere a normazione e quindi essere considerato o una legge o un atto avente forza di legge”.
Parla chiarisce i contenuti e gli obiettivi del disegno di legge. “E’ evidente il tentativo di sottrarre alla giurisprudenza di legittimità l’ultima parola in tema di colpa medica. E questo il ddl cerca di farlo attraverso l’introduzione di sistemi di efficientamento del sistema sanità e anche attraverso la cura della gestione del rischio clinico. Cura della gestione che potrebbe avere dei riverberi positivi sull’assistenza sanitaria ammorbidendo la pressione giudiziaria che in questo momento affligge le professioni sanitarie. Questo vuole farlo attraverso l’introduzione di centri di osservazione regionali che hanno lo scopo di rilevare gli errori in tema di sanità e poi entro l’anno trasferirli presso Agenas dove un ente preposto, quindi un osservatorio nazionale sulla sicurezza in sanità, avrà lo scopo di far fruire a tutte le strutture in ogni regione dei risultati raggiunti proprio sull osservazione della gestione del rischio clinico”.
Il Ddl Gelli prosegue nella strada già tracciata dal decreto Balduzzi con degli aggiustamenti. Il presidente Scudomed spiega le differenze. “La legge Balduzzi introduce dei concetti importanti che sono serviti da guida negli ultimi anni ai magistrati per giudicare nel penale le classi mediche, infermieristiche e quindi gli operatori sanitari. Quello che fa la struttura del disegno di legge è un approfondimento rispetto a quello che già introduce il Balduzzi ma cerca di farlo un pò meglio. Intanto cerca di positivizzare le linee guida, le raccomandazioni contenute nelle linee guida e le buone pratiche assistenziali. Lo fa attraverso il coinvolgimento delle società scientifiche che sotto questo profilo dovranno meglio attrezzarsi per poter essere di aiuto all’osservatorio nazionale presso Agenas. Certamente il ddl Gelli ha un ambizione: quella di creare delle sacche di impunità e quindi abbassare la pressione giudiziaria sugli operatori sanitari. Su questo dobbiamo notare che è stata persa un occasione perchè prevedere la sola decriminalizzazione in relazione a colpa generica ma per imperizia ha significato rinunciare a un pratico affievolimento della pressione sugli operatori”.
In Italia aumentano sinistri e spese di risarcimento in ambito sanitario. Secondo l’avvocato Parla l’esempio da seguire è quello inglese. “Diciamo che possiamo dividere l’Europa in due grossi blocchi, il blocco mediterraneo e quello nordico. Su quello mediterraneo abbiamo il principio guida che è quello della colpa, come avviene in Italia, in Spagna, in Portogallo e anche in Grecia. Nei paesi più scandinavi, l’Inghilterra, la Francia il criterio è quello del no foult e cioè al di là della responsabilità c’è un sistema centrato di risarcimenti che viene curato a livello statale. Tutto questo risolve dei problemi in capo alle singole unità operative e quindi al singolo operatore sanitario. Non c è dubbio ad esempio che la previsione in Inghilterra del National Health System sulla litigation è qualcosa che potrebbe essere in qualche modo copiato in Italia, quindi, una sorta di ente in grado di deflazionare il carico giudiziario che affligge gli operatori”.