Milano, 23 mag. (askanews) – Un salto verso un mondo nuovo a conclusione di un percorso interiore: questo simboleggia già dalla copertina il disco “Vola Ale!” di Artù, nome d’arte del cantautore romano Alessio Dari. Un punto esclamativo per un artista che si propone come una persona nuova, libera di agire, scegliere e pensare oltre i preconcetti. “La canzone che più mi rappresenta è ‘Chicchi di caffè’ perchè parla di questo passaggio che ho fatto. Comincia con la frase ‘cambiano i governi’ ma io aggiungo che se non cambiamo noi non è un governo che ti può dare una mano o ti aiuta, come non è un Dio che ti aiuta se non lo fai tu da solo” ha detto ad askanews.
Artù nelle sue canzoni affronta tematiche legate alle difficoltà esistenziali, dal malcontento sociale alle ipocrisie di una società in cui l’immagine vince sull’essenza. Testi ironici e pungenti che si ispirano al suo idolo e mito musicale, Rino Gaetano: il disco è stato anticipato dal singolo “Ti voglio”, brano incompiuto dell’artista scomparso. Nella traccia, suonata dalla Rino Gaetano Band, troviamo anche la voce del cantautore calabrese. Il videoclip è firmato dal regista Maurizio Nichetti. “Dopo il concerto del Primo maggio 2017 mi ha chiamato Anna Gaetano e mi ha proposto di finire e cantare questa canzone – ha raccontato – io ho accettato subito, solo dopo mi sono accorto di cosa avevo fatto, mi sono trovato una fortissima responsabilità addosso e per 3-4 giorni non sono riuscito a scrivere niente. Dopo mi sono messo là e ho scritto con lo stomaco più che con la testa. Sono andato da Anna e le ho cantato il pezzo con la chitarra: ho capito che le era piaciuto perchè non mi ha detto niente e ci siamo scambiati un lungo abbraccio”.
L’incontro con Anna ha permesso ad Artù di conoscere più a fondo Rino, che tanto lo ha influenzato nella sua produzione musicale, grazie ai ricordi privati di famiglia. “Rino per me ha rappresentato tutto, nei miei dischi c’è molto di lui, mi ha influenzato in modo pazzesco. Ho anche la voce simile, nasco come chitarrista non il cantante, quindi strillo perchè non ho la tecnica vocale abbastanza affinata. Molti mi hanno detto che sono un po’ come lui ma io rispondevo che non basta strillare per essere come lui” ha detto. “C’è sempre stato questo legame, lui non passa mai perchè ha messo a fuoco i problemi dell’Italia che non cambieranno mai, queste nuove generazioni lo ascoltano perchè non parlava delle mode ma dell’essenza di quel problema, che oggi dopo 40 anni non è cambiato: dal lavoro, alla sanità, alle case, agli ultimi, e lui già allora lo strillava”. “Lui quelle cose le ha vissute e quindi si poteva permettere di scherzarci su”.
In occasione dell’uscita del suo nuovo disco il 25 maggio Artù incontrerà i suoi fans alla Discoteca Laziale di Roma, poi lo presenterà a ‘Na Cosetta Estiva – Roma, il 10 luglio, in attesa del tour. “Mi piacerebbe fare qualcosa con Vasco Rossi. Ho fatto un pezzo con Mannarino, uno con Rino Gaetano, ne faccio uno con Vasco poi smetto”.