Roma, 8 gen. (askanews) – Valutare l’effetto della microgravità sui processi di crescita, riparazione e rigenerazione dei tessuti. Questo l’obiettivo di XENOGRISS, uno dei sette esperimenti italiani curati dall’Agenzia spaziale italiana che l’astronauta dell’Esa Luca Parmitano condurrà durante la missione dell’Esa “Beyond”, che nel luglio prossimo lo porterà nuovamente sulla Stazione spaziale internazionale di cui assumerà anche il comando. Principal investigator dell’esperimento è Angela Maria Rizzo, docente di Biochimica al dipartimento di Scienze farmacologiche e biomolecolari dell’Università Statale di Milano, affiancata nel coordinamento dalla prof. Monica Monici dell’Università di Firenze.
XENOGRISS (acronimo di”XENOpus Growth and Regeneration on ISS) – ha spiegato ad askanews Angela Maria Rizzo – “prevede il coinvolgimento di studenti provenienti dall’ITIS Meucci di Firenze, supervisionati dal prof. Stefano Cartocci e la preziosa collaborazione dell’azienda Kayser di Livorno”. L’esperimento “sarà lanciato con una missione Space X, probabilmente nel prossimo autunno” e si prevede che resti a bordo della Stazione per circa un mese.
“L’esperimento – spiega la docente della Statale di Milano – vuole valutare l’effetto dell’ambiente spaziale, ed in particolare della microgravità, sul processo di rigenerazione tissutale. Per capire la logica di questo esperimento basta pensare al fatto che l’ambiente spaziale induce negli esseri viventi dei processi fiso/patologici che assomigliano molto all’invecchiamento. Proprio durante l’invecchiamento il processo di rigenerazione tissutale, ad esempio delle ferite o delle piaghe, è fortemente compromesso. L’effetto delle condizioni di microgravità sulla crescita e rigenerazione dei tessuti – aggiunge – è ancor meno noto, ma ci aspettiamo degli effetti evidenti della microgravità sul processo di rigenerazione, e lo studio di questi effetti è rilevante sia in vista della permanenza futura dell’uomo nello spazio, che per lo studio dei processi molecolari sottesi, e quindi per il trattamento di alcune condizioni patologiche sulla Terra”.
Come modello animale verranno utilizzati dei girini di Xenopus laevis, una rana africana. “Il girino – spiega Angela Maria Rizzo – ha la proprietà di rigenerare spontaneamente la coda, durante i primi giorni di sviluppo”. Dunque l’utilizzo dei girini consentirà di osservare l’effetto della microgravità sui processi di crescita e rigenerazione contemporaneamente. Esperimenti analoghi vengono condotti anche sulla Terra simulando la microgravità. “Nei nostri laboratori sia io che la prof. Monici ci occupiamo da anni di ricerca in ambito spaziale e abbiamo a disposizione due strumenti per simulare la microgravità, la Random Positioning Machine o RPM, e dei clinostati chiamati RWV. Questi strumenti ci serviranno sia per mettere a punto le condizioni di volo, che per replicare l’esperimento a terra”.
Il progetto di ricerca, selezionato e finanziato dall’Asi nel bando YISS 2019 (Youth ISS Science 2019), “ha anche importanti finalità formative, in quanto – spiega Rizzo – coinvolge un gruppo di studenti delle scuole superiori, che collaboreranno con un approccio molto interdisciplinare alla preparazione dell’esperimento sia dal punto di vista scientifico che tecnologico (aggiornamento dell’hardware). Voglio a questo proposito ricordare il nome dei ragazzi che stanno lavorando al progetto: Leonardo Montemurro, Lorenzo Raugi,Alessio Zingoni, Iacopo Tomberli, Yuri Mini, Gabriele Giannini, Andrea Oleandro, Alessio Giovannoni, Alessandro Farri e i prof. Alessandro Fortuna e Cristina Meringolo dell’ITIS Meucci di Firenze”.
Ci sono già stati contatti con l’astronauta Luca Parmitano? “Per ora, in collegamento dal Kazakistan, ci ha augurato buon lavoro durante la presentazione degli esperimenti della missione Beyond a Roma (lo scorso novembre all’Agenzia spaziale italiana, ndr), in particolare ai 9 ragazzi di Firenze che con tanto entusiasmo stanno lavorando al progetto. Penso che sicuramente dovremmo in seguito metterci in contatto perché Parmitano sarà il responsabile dell’attivazione dell’esperimento a bordo”.
Esperimento che, aggiunge la prof. Rizzo, ha anche un ulteriore obiettivo: “la valutazione preliminare della dieta più adatta (proteine animali/vegetali) a supportare il modello sperimentale in condizioni di microgravità. Gli aspetti nutrizionali sono rilevanti per le missioni di lunga durata, essendo correlati alla crescita e omeostasi dei tessuti, al mantenimento della massa ossea e muscolare, al manifestarsi di condizioni fisiopatologiche”.
In relazione ai meccanismi di riparazione dei tessuti, quali sono i filoni di ricerca più promettenti? “Pur non essendo un medico – conclude Angela Maria Rizzo – posso dire che l’ingegneria tissutale ha fatto passi da gigante in questi anni, proponendo biomateriali innovativi ma soprattutto l’utilizzo di cellule staminali di diversa origine che grazie ai fattori di crescita riescono a migliorare notevolmente la riparazione delle ferite; se i trial clinici in questo settore daranno i risultati sperati, sicuramente questo contribuirà a risolvere un problema socio sanitario di notevole rilevanza”.