Bruxelles, 3 nov. (askanews) – Alla fine è lei stessa ad ammettere che la motivazione più forte dietro la decisione di fare il suo ‘battesimo’ internazionale come premier proprio a Bruxelles è stata la volontà di provare a superare lo scetticismo che ha accompagnato la sua vittoria e l’arrivo a palazzo Chigi. Giorgia Meloni sbarca nel cuore dell’Unione europea, che tante volte in passato ha criticato, con il preciso intento di dimostrare che in quel mondo lei non è un’aliena. Lo spiega in una breve dichiarazione, senza spazio per le domande, rilasciata a sera prima della cena di lavoro. Un “bilancio” dei tre incontri ufficiali avuti – con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, con la numero uno della Commissione Ursula von der Leyen e con il presidente del Consiglio, Charles Michel – più un pranzo informale “cordiale e doveroso” con il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni. “Sono contenta del clima che ho trovato qui a Bruxelles, probabilmente anche vedere e parlare direttamente con le persone può aiutare a smontare una narrativa che è stata fatta sulla sottoscritta e sul governo italiano: non siamo dei marziani, siamo delle persone in carne e ossa che spiegano le loro posizioni e mi pare che dall’altra parte ci fossero persone che avevano voglia di ascoltare”. Crisi energetica, guerra in Ucraina, richieste di modifiche del Pnrr e migranti i temi toccati da Meloni nei vari colloqui, sempre accompagnata dal ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, dal consigliere diplomatico Francesco Maria Talò e dal rappresentante permanente dell’Italia presso l’Ue, Piero Benassi. Di certo, il più confidenziale è il faccia a faccia con Metsola, per la vicinanza politica e anche per la precedente conoscenza. Si chiamano per nome, parlano spesso in italiano, la invita a intervenire presto a una riunione plenaria del Parlamento e nella photo opportunity scappa anche una risata non di circostanza. L’incontro dura più del previsto a causa di un ritardo di Ursula von der Leyen, senza dubbio il colloquio con più spine da affrontare. Ma fonti della Commissione fanno sapere che non c’è stata nessuna volontà di far attendere la premier italiana, solo un problema di meteo che ha ritardato l’atterraggio del volo da Berlino. Meloni, come già affermato durante il discorso di insediamento alle Camere, ritiene che alcuni degli obiettivi del Pnrr dovrebbero essere rivisti poiché il mondo, a cominciare dall’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia, è cambiato dopo l’inizio della guerra in Ucraina mentre il Piano è stato varato prima. Al termine della giornata, la presidente del Consiglio evita di usare la parola ‘modifiche’ anche perché la posizione delle istituzioni europee è che non ci sono margini per interventi sostanziali. La formula scelta è più soft. Abbiamo discusso, dice, “di come riuscire a lavorare insieme per implementare il Pnrr in maniera tale che queste risorse possano effettivamente arrivare a terra, anche ragionando di quelle che sono le grandi priorità, per esempio la questione energetica”. Insomma, sul fronte economico Meloni mostra il lato più dialogante con l’Europa, che di certo può essere importante avere dalla propria parte mentre ci si accinge, parole sue, “a correre contro il tempo per la legge di bilancio”. Ma ci sono temi su cui la presidente del Consiglio non rinuncia a toni più identitari. La scelta è quella del doppio binario: convintamente dentro le istituzioni europee ma “facendo sentire la propria voce”. “Ho voluto dare – dice – il segnale di un’Italia che vuole partecipare, collaborare, difendere il proprio interesse nazionale, farlo all’interno della dimensione europea, cercando le soluzioni migliori insieme agli altri Paesi sulle grandi sfide che stiamo affrontando”. Tra queste certamente il nodo del tetto al prezzo del gas che Meloni chiede convintamente, in perfetta continuità con il governo Draghi, ma su cui la Germania si è messa di traverso. “Nell’ultimo Consiglio europeo sono stati fatti passi avanti importanti, ai quali oggi vanno date nel più breve tempo possibile soluzioni concrete”, afferma. Tra i temi su cui invece il sovranismo non cede il passo c’è sicuramente la questione migranti che proprio nelle ultime ore si è esacerbata a causa delle navi di alcune Ong tedesche e norvegesi nel Mediterraneo a cui non viene assegnato un porto. “La richiesta italiana – spiega Meloni – è di un cambio del punto di vista. Per noi la priorità è una cosa che è già prevista dalle normative europee che è la difesa dei confini esterni”. Una posizione su “una materia ovviamente molto delicata” su cui, assicura, “ho trovato orecchie disponibili all’ascolto”.
Meloni a Bruxelles: non sono marziana. Nodi Pnrr, migranti, energia
"Difenderò interesse nazionale ma in Ue", "trovate orecchie disponibili"