Roma, 25 ott. (askanews) – Un’ora e dieci di discorso, trentaquattro minuti di replica, una presenza praticamente costante in aula. Giorgia Meloni incassa la fiducia della Camera al termine di una giornata cominciata con un discorso che lei stessa ha voluto impostare come un “manifesto programmatico” di legislatura. Alla fine i sì sono stati 235, i voti contrari 154 e le astensioni 5. “Ringrazio tutte le forze politiche per aver ascoltato le linee programmatiche che l’esecutivo intende attuare per risollevare l’Italia. Domani sarò in Senato per un altro importante tassello. La rotta è tracciata: andiamo avanti”, twitta a sera Meloni. Domani a partire dalle 13 si replica in Senato, l’aula dove gli equilibri sono numericamente più fragili. Oltre che sulla premier, i riflettori saranno puntati su Silvio Berlusconi che ha annunciato la sua intenzione di parlare in dichiarazione di voto per Forza Italia. Già oggi comunque il leader azzurro ha espresso apprezzamento per il discorso di Meloni, ribadendo però ancora una volta la centralità del suo partito all’interno della coalizione. D’altra parte bisogna ancora chiudere la partita dei sottosegretari e Fi si aspetta una compensazione rispetto alla compagine ministeriale ritenuta non adeguata ai voti presi alle elezioni. “Forza Italia – dice l’ex premier – darà un contributo qualificato, serio e leale, con tutte le sue idee e le sue migliori energie perché il nuovo governo di centrodestra, il primo guidato da una donna, abbia la forza di affrontare i grandi problemi del Paese e disegnare l’Italia del futuro”. Lealtà è il sostantivo più gettonato anche dalle parti della Lega: passati i giorni burrascosi della formazione del governo – pur arrivata in tempi record – adesso la parola d’ordine è mostrarsi compatti. “Se lei seguirà questo percorso politico, avrà nella Lega un’importante colonna. Un pungolo attento che – spiega il capogruppo Riccardo Molinari – solleciterà il governo a fare di più e meglio. Un controllore del fatto che questa maggioranza e questo governo rispetteranno il mandato elettorale, ma soprattutto avrà un alleato leale”.
Meloni incassa fiducia Camera. Ora la prova in Senato (e parla Cav)
I sì sono stati 235. Fi e Lega promettono lealtà