Roma, 22 ott. (askanews) – Governo dei record e delle emergenze da far “tremare i polsi” come ha detto più volte la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il suo esecutivo, che stamani ha giurato nel salone delle Feste del Quirinale, è il 68° governo della Repubblica e uno dei più rapidi: si insedia, infatti, ad appena 26 giorni dalle elezioni politiche. Non solo: Meloni è la prima donna premier a Palazzo Chigi e tra le consultazioni con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il giuramento al Quirinale sono passate appena 24 ore. La leader di Fratelli d’Italia, infatti, ha accettato l’incarico di formare il governo senza riserva, forte della maggioranza conquistata nelle urne e di una lista dei ministri già pronta e segretissima (perfino agli occhi degli alleati). I precedenti di incarico senza riserva si contano sulle dita di una mano: si tratta dei governi Giuseppe Pella (1953) e Silvio Berlusconi IV (2008). Certo, c’è stato il pasticcio dello scambio di ministeri tra Gilberto Pichetto Fratin e Paolo Zangrillo: indicati rispettivamente, durante la lettura della lista dei ministri da parte della premier al Quirinale, alla Pubblica amministrazione e all’Ambiente. Ma una nota e qualche precisazione ristabiliscono la realtà: Pichetto Fratin all’Ambiente, Paolo Zangrillo alla Pubblica amministrazione. I ministri sono complessivamente 24, le donne solo sei – sette con la premier ed è la percentuale di rappresentanza femminile più bassa degli ultimi tre governi – le denominazioni dei ministeri sono in parte cambiate: compaiono la “natalità”, la “sovranità alimentare”, “l’istruzione e il merito”. Parole d’ordine delle politiche future del neo governo. Che ha giurato al Quirinale in poco più di mezz’ora tra emozione – evidente nella voce con cui Meloni ha recitato a memoria la formula -, look total black o total white dei ministri, famiglie al seguito (le attenzioni e gli obiettivi sono tutti per la piccola Ginevra, figlia della premier, che, nel suo elegante vestito bianco di frange e piume, non si separa dal suo zainetto) e vezzi, come quello della neo ministra dell’Università e della Ricerca Annamaria Bernini che posta in tempo reale su Instagram storie dal Quirinale. Una cronaca minuziosa tra entrata, scaloni, salone delle Feste, piccolo ricevimento nel salone degli Specchi (accompagnato dalla scritta “ora al lavoro”) e, ovviamente, giuramento sulle note del refrain “giura” del brano “T’appartengo” di Ambra Angiolini, roba da primi Anni Novanta. Ora mancano due ultimi step – il passaggio delle consegne a Palazzo Chigi, domenica, tra Mario Draghi e Giorgia Meloni e il voto di fiducia alle Camere a inizio settimana – e poi il governo dovrà iniziare ad occuparsi dei tanti dossier urgenti. “Ecco la squadra di governo che con orgoglio e senso di responsabilità, servirà l’Italia. Adesso subito al lavoro”, twitta Meloni, postando la foto di rito del neo governo con il capo dello Stato. Uscita dal Quirinale la premier si ritaglia uno spazio privato non di festeggiamento ma di partecipazione – in piedi, in fondo alla chiesa – a un grande dolore: si reca, infatti, al funerale di Francesco Valdiserri, il figlio di due giornalisti del Corriere della Sera, ucciso a 18 anni da un’auto sulla Colombo mentre camminava sul marciapiede.
Tra record ed emergenze giura governo Meloni, il 68° della Repubblica
Premier emozionata. Domenica il passaggio delle consegne con Draghi