Bruxelles, 20 ott. (askanews) – Nel suo ultimo Consiglio europeo Mario Draghi va all’attacco per portare a casa un risultato atteso da mesi (il price cap sul gas e un pacchetto di iniziative contro il caro prezzi) ma che ancora è tutt’altro che a portata di mano. Il piano messo a punto dalla Commissione Ue, pur se edulcorato, rispetto alle richiesta dell’Italia, infatti, trova ancora resistenze tra alcuni Paesi, in testa la Germania e l’Olanda. Pochi passi avanti sono stati fatti dagli sherpa, nonostante il sostegno della Francia e di molti altri Stati membri e a Bruxelles si preannuncia una lunga notte di lavoro, con un esito non scontato. Per questo Draghi, nel corso dei lavori del Consiglio, ha fatto un intervento che fonti diplomatiche hanno definito “netto” se non “duro” per richiamare i partner all’urgenza di prendere una decisione, a maggior ragione con la fase di “recessione” che il continente si avvia ad affrontare. Il presidente del Consiglio uscente ha richiamato la necessità e l'”urgenza” di adottare misure che “incidano sulla dinamica dei prezzi”, quali l’introduzione di un price cap e una riforma del mercato elettrico. “Il rischio – ha evidenziato – è quello di una frammentazione del mercato che può avere riflessi negativi sull’unità europea, se i Paesi che hanno maggior spazio fiscale operano in autonomia”. Dunque gli Stati membri devono avere una “capacità di spesa comune per difendere il level playing field”, ovvero le pari condizioni, e questa, ha precisato con quella che appare una risposta diretta a Berlino, “non è una questione di solidarietà ma di salvaguardia del mercato interno”. Infine, per il premier, serve un “fondo comune considerevole” utilizzabile non solo per investimenti, ma anche per mitigare i prezzi. Secondo quanto riferito, le parole di Draghi, anche per il tono con cui sono state pronunciate, hanno sorpreso non pochi dei partecipanti alla riunione. Che riescano poi a essere decisive per spingere verso una soluzione positiva questo è tutto da vedere.
Draghi duro con Stati Ue: arriva recessione, intervenire su energia
Il premier al suo ultimo Consiglio a Bruxelles alza la voce. Ma intesa è ancora lontana