Roma, 15 gen. (askanews) – Giuseppe Conte segue l’operazione “costrutturi” e lavora al discorso da tenere lunedì alla Camera e martedì al Senato, dove senza i senatori di Italia viva il premier dovrà trovare nuovi sostenitori. Conte è convinto di avere i numeri, riferisce chi ci parla in queste ore. E prepara un intervento rivolto a chi vorrà contribuire a mandare avanti la legislatura, sulla base di un nuovo “patto”.
E’ quello che chiede apertamente il Partito democratico: non una maggioranza con “responsabili” presi qua e là, ma una compagine stabile che condivida un progetto. Parlando oggi all’assemblea dei deputati Dem, il segretario Nicola Zingaretti ha posto due paletti. Innanzitutto nessuna alleanza con “la destra sovranista e populista”. E poi l’indicazione a Conte di andare alle Camere “in maniera aperta e trasparente” per definire un “allargamento possibile della maggioranza ma in uno schema di contenuti e profilo politico che dovrà essere costruito”.
Una linea che Conte, si spiega, condivide. Nel suo intervento, a cui sta lavorando, il premier traccerà sì un excursus sui risultati, e le difficoltà, affrontate dal suo governo. Sicuramente replicherà alle accuse rivoltegli da Matteo Renzi, in particolare a quelle relative al mancato rispetto delle “forme della democrazia”, ma poi si concentrerà su un discorso che viene definito “alto” e di “profilo programmatico”, indicando quali sono le priorità su cui concentrarsi nei prossimi mesi, a partire dal completamento e dall’avvio del Piano nazionale di ripresa e resilienza, dalla lotta all’epidemia di coronavirus, dalle riforme economiche e istituzionali. Su questo programma il presidente del Consiglio chiederà la fiducia dell’Aula di Palazzo Madama, dove in queste ore, e per i prossimi giorni, fervono i lavori per dar vita a quel nuovo gruppo di “costruttori” che è una condizione fondamentale per poter andare avanti. La “casa” (il gruppo Maie-Italia23) c’è ma gli inquilini ancora sono pochi e se l’operazione andrà in porto si vedrà solo martedì. Il premier però, come detto, è ottimista.
Intanto c’è però anche la questione Italia viva: per Matteo Renzi Conte “non ha i numeri”, ma da Iv arriva oggi una mano tesa. “Noi abbiamo chiesto al presidente del Consiglio finalmente di sciogliere alcuni nodi irrisolti nella maggioranza, se pratica questa strada noi ci siamo”, ha assicurato il capogruppo al Senato Davide Faraone. In Aula martedì Renzi e i suoi dovrebbero astenersi. Un po, spiegano fonti parlamentari, per non mettersi nella condizione di votare con il centrodestra, un po per evitare frizioni interne che potrebbero portare a qualche uscita (anche se gli ‘indiziati’ continuano a smentire) e un po per lasciare la porta aperta a una ricomposizione, nel caso in cui il presidente del Consiglio non trovasse i numeri. Un “ritorno di fiamma” che però, spiegano fonti della maggioranza, sembra veramente un’ipotesi lontana, visto lo stato dei rapporti con gli (ex) alleati.