Milano, 7 mar. (askanews) – La Commissione europea ha deferito oggi l’Italia alla Corte di giustizia Ue per la ripetuta violazione dei limiti di concentrazione massima di biossido di azoto (NO2) nell’aria delle nostre città. “La decisione – scrive in un comunicato Cittadini per l’Aria onlus – potrebbe portare a ingenti sanzioni economiche per il nostro paese che è in questa situazione a causa di politiche insufficienti sia a livello regionale che nazionale. Riguardo i livelli di smog, l’Italia è già stata deferita in Corte per sforamento dei limiti di PM10 nel maggio del 2018, insieme ad altri paesi UE”. “L’Italia – si legge nella nota – avrebbe dovuto rispettare i limiti per il biossido d’azoto entro il 2010, secondo quanto previsto dalla direttiva UE 2008/50. La causa davanti alla Corte di Giustizia Europea riguarda sforamento dei limiti di NO2 in dieci città, incluse Milano, Torino e Roma, con una popolazione totale esposta a livelli fuori norma di circa 7 milioni di abitanti”.
Lo scorso novembre, Cittadini per l’Aria, con il supporto di ClientEarth, ha proposto al Tar della Lombardia un ricorso contro la Regione Lombardia affinché integri al più presto più incisive misure la pianificazione sull’aria e, in particolare, il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria per raggiungere il rispetto dei valori limite di PM10, PM2.5 e NO2 nel tempo più breve possibile. La causa sarà discussa al Tar della Lombardia durante l’udienza del 12 marzo prossimo.
“Il deferimento di oggi è la conferma che la situazione italiana è gravissima: siamo l’unico paese Ue ad essere stato deferito per il superamento dei limiti sia di PM10 sia di NO2”, ha dichiarato Ugo Taddei, avvocato di ClientEarth responsabile del progetto Clean Air dell’organizzazione europea. “Per questo abbiamo supportato l’azione legale di Cittadini per l’Aria contro Regione Lombardia, che è una delle zone più inquinate del paese. Adesso serve un cambio di marcia per riportare i livelli di smog al di sotto dei limiti di legge. Il governo, le Regioni e le città italiane prendano esempio dalle misure efficaci attuate in sempre più città europee. Per ridurre i livelli di NO2 serve introdurre zone a basse emissioni per vietare la circolazione dei veicoli diesel più inquinanti e supportare i cittadini nella transizione verso una mobilità più pulita”.
“La decisione della Commissione ricorda oggi a chi, ad ogni livello, deve pianificare ed implementare politiche sull’aria, che sono imposte a tutela della salute dei cittadini e devono dimostrare la loro efficacia con il rientro nei limiti nel più breve termine possibile. Non basta avere, sulla carta, protocolli, piani, programmi o anche leggi, se il loro livello di ambizione è appena sufficiente a lambire le riduzioni delle concentrazioni che già si verificano naturalmente per effetto del ricambio delle tecnologie. La Regione Lombardia, per esempio, da oltre 10 anni sa che i livelli emissivi dei veicoli diesel su strada sono, e continuano ad essere, ben più alti di quelli indicati dalle case automobilistiche. Eppure ancora oggi, invece che agire in maniera incisiva per ristrutturare e governare la mobilità lombarda, si permette di accusare di indesiderabili “fughe in avanti” chi, come il Comune di Milano, sta attivando misure coraggiose come Area B.”, ha dichiarato Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’Aria.