Roma, 27 dic. (askanews) – “Il calcio, lo sport non possono essere causa o pretesto per violenza e razzismo. È il tradimento dello spirito di ogni sport. Risse e agguati sono stati espulsi dagli stadi ma continuano a verificarsi fuori. È inaccettabile: i morti, le aggressioni, il razzismo dovrebbero indurre la federazione alla chiusura al pubblico dei medesimi stadi più che sospendere le partite con conseguenti problemi di evacuazione e ordine pubblico, per altro di difficile e delicata valutazione”. Lo afferma in una nota Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport.
“Serve un segnale chiaro – aggiunge – anche da parte del mondo sportivo: oltre a punizioni esemplari è necessaria un’inversione di rotta. Gli oneri a carico delle società, già previsti dal decreto Salvini, gravino in modo differenziato per le società che collaborano a estirpare il fenomeno. Le partite a rischio, indipendentemente dalle esigenze tv, dovrebbero essere giocate a mezzogiorno e non alla sera, come avviene in Gran Bretagna. E piu in generale tutti gli attori del mondo calcistico, che rappresentano un modello per i giovani sportivi, dovrebbero valutare più medidati e consapevoli atteggiamenti. Il tavolo proposto da Salvini con tutti i soggetti competenti è utile e urgente”.