Roma, 20 ott. (askanews) – Il primo ministro giapponese Fumio Kishida ha annunciato una nuova interpretazione della Legge sui culti religiosi, per la quale il percorso di dissoluzione della Chiesa dell’Unificazione potrebbe diventare più probabile. Lo ha riferito l’agenzia di stampa Kyodo. Il governo ha avviato una procedura d’indagine – invocando il cosiddetto “potere d’interrogazione” – che prevede nel suo percorso la possibilità che il movimento religioso fondato negli anni ’50 dal sudcoreano reverendo Moon Sun-myung venga privato delle prerogative di legge che consentono una serie di benefici e venga di fatto sciolto. Kishida, in realtà, in precedenza aveva detto che il governo avrebbe richiesto lo scioglimento del culto esclusivamente se si fossero individuati reati penali commessi in suo nome: un’ipotesi che aveva sollevato critiche, perché stringeva la via per lo scioglimento a una possibilità remota. Tuttavia in una sessione parlamentare, Kishida è tornato sui suoi passi segnalando che l’amministrazione ha deciso di modificare l’interpretazione della legge, dopo aver preso in considerazione una serie di processi in cui la Chiesa dell’Unificazione è coinvolta e le esperienze delle persone che dicono di essere vittime del gruppo religioso. Sostanzialmente – ha detto Kishida – il governo chiederà a un tribunale lo scioglimento anche se dovessero essere rilevate violazioni del codice civile. Il bubbone della Chiesa dell’Unificazione, un movimento religioso fondato nel 1954 dall’anticomunista reverendo Moon in Corea del Sud, è esploso con l’assassinio dell’ex primo ministro Shinzo Abe da parte di Tetsuya Yamagami durante un comizio l’8 luglio. L’uomo, arrestato, ha sostenuto di aver agito contro Abe perché convinto che questi fosse legato al movimento religioso che aveva sottratto alla sua famiglia ingenti somme attraverso la madre, adepta del culto. In effetti, Abe aveva poco tempo prima indirizzato un videomessaggio a un happening della chiesa; il nonno del defunto ex premier, Nobusuke Kishi che a sua volta fu premier negli anni ’50, aveva una stretta amicizia con Moon e lo stesso fratello minore di Abe – Nobuo Kishi, ex ministro della difesa – ha ammesso rapporti con i “Moonies”. L’Agenzia per gli affari dei consumatori, dopo l’evento, ha ricevuto nel solo mese di settembre circa 1.700 segnalazioni di cittadini che hanno denunciato di aver perduto molto denaro nelle cosiddette “vendite spirituali” e per le insistenti richieste di donazioni da parte dell’organizzazione. Un motivo in più per Kishida per agire contro l’organizzazione, che oggi si presenta con il nome di Federazione delle famiglie per la pace nel mondo e per l’unificazione. D’altronde il governo sulla vicenda della chiesa di Moon sta perdendo la faccia. L’indagine interna al Partito liberaldemocratico, che esprime il primo ministro, ha mostrato un’estensione delle relazioni tra i politici di maggioranza e la chiesa al di sopra di ogni aspettativa con ramificazioni importanti all’interno dello stesso esecutivo. Come il caso del ministro per la Rivitalizzazione economica Daishiro Yamagiwa, che è nel fuoco incrociato delle critiche per aver dato più versioni sui suoi rapporti con il gruppo religioso. Queste scioccanti rivelazioni hanno contribuito alla caduta di consensi segnalata dai sondaggi, che vedono oggi il sostegno per l’esecutivo Kishida tra il 30 e il 35 per cento. Pericolosamente a pelo col livello di galleggiamento. Esistono finora in Giappone solo due precedenti di scioglimento per movimenti religiosi: uno riguarda la setta Aum Shinri-kyo, che nel 1995 mise in atto l’attentato col gas nervino nella metropolitana di Tokyo; l’altro il tempio Myokakuji di Wakayama, i cui sacerdoti chiedevano denaro per fare esorcismi a persone a cui prima facevano credere di essere possedute da spiriti maligni.
Giappone, governo rende più facile scioglimento Chiesa Unificazione
Il bubbone del culto religioso esploso dopo assassinio di Abe