Roma, 20 ago. (askanews) – La città metropolitana di Seoul ha annunciato che vieterà le manifestazioni di strada con più di 10 persone a causa del nuovo picco di contagi da coronavirus originata in buona parte all’interno di un gruppo religioso protestante, che il 15 agosto ha tenuto una manifestazione con migliaia di anziani adepti al centro della capitale.
Oggi i Centri coreani per la prevenzione delle malattie (KCDC) hanno annunciato ulteriori 288 casi di contagio da COVID-19 nel Paese. E’ il settimo giorno consecutivo che questo dato resta a tre cifre, dopo che la scorsa settimana la nuova ondata di contagi era apparsa ormai domata e al venerdì è emerso il nuovo focolaio collegato al culto Sarang Jeil. All’interno di questa fede religiosa almeno 676 persone sono risultate positive al test 53 solo oggi.
Il nuovo focolaio “religioso” è l’ennesimo in Corea del Sud, un paese che è riuscito a contenere piuttosto bene l’epidemia ma che deve affrontare ogni tanto l’emergere di nuovi focolai. Particolarmente deleterio nell’introduzione del virus nel paese è stato il caso della setta religiosa Shincheonji della città di Daegu, con i suoi oltre 5mila adepti risultati positivi.
A spingere le autorità di Seoul a prendere il nuovo provvedimento che avrà validità da domani – a oggi il limite di partecipazione è di 100 – è stata anche la mossa del pastore conservatore Jun Kwang-hoon, che il 15 agosto ha chiamato in piazza i suoi discepoli della chiesa Sarang Jeil. A migliaia hanno risposto al suo appello, spesso anziani. Di questi, almeno 18 sono già risultati positivi e le autorità hanno ordinato ai partecipanti alla manifestazione si sottopongano ai test.
Jun è stato, dal canto suo, denunciato all’autorità giudiziaria per aver violato la sua quarantena.