Roma, 10 mag. (askanews) – La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha confermato ieri sera, in una lettera di risposta all’eurodeputato verde tedesco Sven Giegold, che l’Esecutivo comunitario sta considerando ‘molto sul serio” la possibilità di lanciare una procedura d’infrazione contro la Germania, a causa della clamorosa sentenza emessa il 5 maggio dalla Corte costituzionale federale tedesca sul programma della Bce di acquisto di titoli di Stato dell’Eurozona, che Mario Draghi aveva avviato nel 2015.
La Corte costituzionale di Karlsruhe ha sostanzialmente accusato la Corte di Giustizia dell’Ue di abuso di potere (usando la definizione “ultra vires”), per aver considerato legittimo l’operato della Bce in una sua sentenza pregiudiziale del 2018 riguardo a un ricorso tedesco. I giudici costituzionali tedeschi hanno così praticamente invalidato gli effetti in Germania della sentenza pregiudiziale, che hanno anche definito “assolutamente incomprensibile”, “obiettivamente arbitraria”, e “metodologicamente non giustificabile”.
La Commissione aveva già reagito a caldo, sottolineando i principi fondamentali del primato della Corte di Giustizia europea nell’interpretazione del diritto comunitario, del carattere vincolante che le decisioni della stessa Corte Ue hanno su tutte le corti nazionali (comprese quelle costituzionali) e dell’indipendenza della Bce.
Nella sua lettera a von der Leyen, inviata significativamente ieri, 9 Maggio, anniversario dell’atto di nascita dell’Europa comunitaria, Giegold, aveva sollecitato dalla Commissione europea, in quanto custode dei Trattati Ue, l’avvio di “una procedura di infrazione contro la Repubblica federale di Germania sulla base della sentenza” della Corte federale di Karlsruhe.
La sentenza, sottolineava Guigold, “ha l’effetto di invitare altre corti supreme nazionali a dichiarare le decisioni europee ‘ultra vires’, aggirando così il principio dell’interpretazione del diritto europeo da parte della Corte di giustizia Ue in ultima istanza”. La Commissione, concludeva l’eurodeputato verde, deve dire “da che parte sta, senza lasciare dubbi”.
Von der Leyen gli ha risposto solo due ore dopo aver ricevuto la lettera: “Condivido la sua opinione secondo cui la recente sentenza della Corte costituzionale federale solleva questioni che toccano il nucleo stesso della sovranità europea”, riconosce la presidente della Commissione, aggiungendo che si tratta di “domande importanti non solo per la politica monetaria dell’Unione, ma anche per lo stato di diritto nell’Ue”.
Von der Leyen riafferma quindi che “la politica monetaria dell’Unione è una competenza esclusiva” comunitaria, che “il diritto dell’Ue ha la precedenza sul diritto nazionale” e che “naturalmente, le sentenze della Corte di giustizia europea sono vincolanti per tutti i tribunali nazionali. La Corte di giustizia europea di Lussemburgo ha sempre l’ultima parola sul diritto dell’Ue”.
“Prendo questa questione – assicura la presidente della Commissione – molto sul serio. La Commissione sta attualmente analizzando in dettaglio la sentenza di oltre 100 pagine della Corte costituzionale federale tedesca. Sulla base dei risultati di quest’analisi, stiamo prendendo in considerazione possibili passi successivi, incluse le procedure di infrazione”.
“L’Unione europea – conclude von der Leyen – è una comunità di valori e di diritto, che difenderemo e difenderemo in ogni momento e in tutte le direzioni. Questo è ciò che ci tiene insieme”.