Roma, 10 mar. (askanews) – “L’Ambasciata della Repubblica dell’Azerbaigian in Italia vuole sensibilizzare i mezzi di comunicazione, e il popolo italiano in generale, sulle così dette “elezioni parlamentari” ed “elezioni presidenziali” che si svolgeranno il 31 marzo 2020 nel regime illegale creato dalla Repubblica di Armenia nella regione azerbaigiana del Nagorno-Karabakh, sotto occupazione militare da parte dell’Armenia da quasi 30 anni, insieme a sette distretti adiacenti della Repubblica dell’Azerbaigian”. Con una dettagliata nota, la rappresentanza diplomatica azerbagiana a Roma spiega e protesta contro il doppio voto organizzato da Erevan nella regione occupata.
“Il conflitto armato in corso tra Armenia ed Azerbaigian ha portato all’occupazione della regione del Nagorno-Karabakh e di altri sette distretti circostanti della Repubblica dell’Azerbaigian, la cui popolazione originaria è stata completamente espulsa da parte dell’Armenia. Oggi non è rimasto un singolo azerbaigiano nei territori occupati. In altre parole, i territori occupati dell’Azerbaigian sono stati etnicamente ripuliti della propria popolazione azerbaigiana. Il regime fantoccio illegale istituito dall’Armenia nei territori occupati dell’Azerbaigian non è in definitiva nient’altro che il prodotto dell’aggressione e della discriminazione razziale”, afferma l’ambasciata, illustrando la posizione delle autorità azerbagiane e ricordando che “la comunità internazionale ha deplorato costantemente, con i termini più forti, l’uso della forza militare contro l’Azerbaigian e la conseguente occupazione dei suoi territori”.
Nello specifico, “nel 1993, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato le risoluzioni 822 (1993), 853 (1993), 874 (1993) e 884 (1993), condannando l’occupazione dei territori dell’Azerbaigian e riaffermando il rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian e l’inviolabilità dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. In tali risoluzioni, il Consiglio di sicurezza ha anche confermato che la regione del Nagorno-Karabakh fa parte dell’Azerbaigian e ha chiesto il ritiro immediato, completo e incondizionato delle forze occupanti da tutti i territori occupati dell’Azerbaigian. Altre organizzazioni internazionali hanno adottato una posizione simile”.
Quindi “lo svolgimento di “elezioni” per il regime illegale, in una situazione di continua occupazione militare e pulizia etnica dei territori della Repubblica dell’Azerbaigian, viola palesemente la Costituzione della Repubblica dell’Azerbaigian e le norme e i principi del diritto internazionale, inclusa la normativa internazionale sui diritti umani e il diritto internazionale umanitario. Queste “elezioni” sono un’altra chiara manifestazione che, adottando misure coerenti per mantenere lo status quo, consolidando i risultati della sua politica di occupazione e le aspirazioni annessioniste, l’Armenia non è realmente interessata a cercare una soluzione politica al conflitto armato e, invece, persegue un percorso di provocazioni ed escalation. Il diritto internazionale vieta l’acquisizione di un territorio mediante l’uso della forza. Qualsiasi occupazione militare è considerata di natura temporanea e non implica il trasferimento della sovranità sul territorio occupato. Ai sensi del diritto internazionale, nessuno Stato riconosce come legittima una situazione creata da una grave violazione degli obblighi previsti dalle norme perentorie del diritto internazionale generale, né fornisce aiuti o assistenza per mantenere tale situazione. Inoltre, gli Stati devono cooperare al fine di porre fine a tali violazioni”.
“Alla luce di quanto sopra – evidenzia la nota dell’ambasciata azerbagiana – la parte azerbaigiana esorta gli Stati e le organizzazioni internazionali a condannare risolutamente lo svolgimento di “elezioni” fittizie nei territori occupati da parte dell’Armenia, dimostrando così un rifiuto verso la politica di pulizia etnica e riconfermando il loro rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica dell’Azerbaigian, all’interno dei suoi confini internazionali. La parte azerbaigiana esorta inoltre gli Stati stranieri e le organizzazioni internazionali a prendere tutte le misure necessarie, al fine di impedire ai propri cittadini e rappresentanti di impegnarsi in qualsiasi modo in queste ‘elezioni’, anche come ‘osservatori'”.
“Vorremmo inoltre ricordare, per chiunque venga invitato a visitare queste zone, e a prendere parte alle così dette “elezioni”, che l’ingresso in Nagorno-Karabakh, territorio internazionalmente riconosciuto come appartenente all’Azerbaigian, rappresenta una violazione del diritto internazionale (http://www.viaggiaresicuri.it/country/AZ), con conseguente inserimento nella lista di persone non grate in Azerbaigian”, conclude la nota.