Baku, 29 gen. (askanews) – Con un portafoglio a bilancio di 38,5 miliardi di dollari (39,3 miliardi in base al prezzo attuale del petrolio), il Fondo sovrano azerbaigiano Sofaz considera l’Italia una delle “destinazioni favorite per gli investimenti” e intende aumentare il portafoglio di 600 milioni composto da azioni, bond, immobiliare, investimenti tramite altri fondi, oro. Ad affermarlo è Israfil Mammadov, Vice amministratore delegato del Fondo sovrano azero, che quest’anno compie vent’anni, fiero di spiccare in diverse classifiche internazionali per trasparenza della gestione degli investimenti: quarto classificato su 100 in base al Truman index, dietro Norvegia, Nuova Zelanda e un fondo Usa.
“In Italia abbiamo un accordo con Cassa Depositi Prestiti e con il Fondo Strategico italiano e vogliamo crescere – ha spiegato Mammadov dalla sede di Baku, un edificio di 21 piani decorato prendendo spunto dalle numerose scuole di tappeti dell’Azerbaigian – senza ascoltare i tanti rumours sull’economia italiana, data in eccessiva difficoltà: anzi, per noi diventa una buona opportunità per fare affari. E guardando al futuro delle economia italiana, siamo certi che genererà nuove società-gioiello”.
Il portafoglio complessivo di quasi 40 miliardi dollari (equivalente all’80 per cento del Pil) è investito per un 35 per cento in UE. Dal 2001, quando Sofaz ha cominciato a ricevere i primi veri proventi dal petrolio, sono stati accumulati 138 miliardi di dollari, grazie alle entrate da gas e petrolio, rafforzate da proventi del transito energetico, dai rendimenti degli stessi investimenti e dai dividendi.
“Dopo l’indipendenza abbiamo avuto anni molto difficili, per l’economia e anche a livello politico: non c’era elettricità, non c’era gas, le strade erano terribili, era il caos”, ricorda Mammadov. Tempi che ora sembrano ad anni luce di distanza, in una Baku moderna, dinamica, dove grattacieli e avveniristici edifici hanno ridisegnato il panorama di una città dal cuore antichissimo. “Nel 1994 abbiamo scoperto enormi riserve di petrolio, abbiamo firmato ‘il contratto del secolo’ (con alcune tra le più grandi compagnie energetiche al mondo) e da lì è partito tutto”, spiega il numero due di Sofaz, il Fondo voluto dal presidente Gaidar Aliyev, padre fondatore dell’Azerbaigian indipendente, proprio con il senno di un complicato passato: Sofaz è un fondo sovrano il cui primo obiettivo è accumulare i proventi dal petrolio, ma anche investire per le generazioni future”.
Così, tra le prime voci di investimento negli anni figurano progetti per i profughi interni del Nagorno Karabakh – la regione occupata dalle truppe armene dalla fine del conflitto del 1992-94 – ma anche la costruzione di un acquedotto e di sistemi di irrigazione, della Ferrovia Baku-Tbilisi- borse di studio per giovani azeri che vanno a studiare all’estero. Il portafoglio investimenti di Sofaz è per metà in dollari, 35 per cento in euro, 5 per cento in sterline e il restante 10 per cento in altre valute.
Sofaz ci tiene a sottolineare la “grande trasparenza, garantita da un bilancio e da resoconti sino all’ultimo dollaro”. Lo stesso meccanismo di trasferimento delle risorse allo Stato è una garanzia, argomenta Mammadov: ogni anno lo Stato prende soldi dal Fondo e li gira per il bilancio. “Siamo parte del bilancio consolidato dello Stato, composto da varie voci e questo rende difficile prelevare soldi senza una revisione dello stesso bilancio, per cui indirettamente il governo ci impedisce di fare spese non adeguate. Cerchiamo di avere diversi livelli di accountability, con revisioni e pubblicazione di rapporti regolari. Inoltre abbiamo sottoscritto la pratica per la trasparenza proposta da Tony Blair, un meccanismo che chiama in causa tre parti: società, governo, Ong. Queste ultime selezionano un auditor esterno e in caso di discrepanze intervengono. C’è poi una commissione di auditing parlamentare e ora il governo ha assunto una società di revisione per valutare i nostri investimenti”.
Timori per lo scenario economico internazionale? “Noi operiamo guardando al lungo termine. Certo, la volatilità preoccupa, e dobbiamo essere molto, molto prudenti: gestiamo le risorse di un popolo”.
Per celebrare i suoi vent’anni, Sofaz organizzerà una conferenza internazionale, tra settembre ed ottobre, per discutere degli “investimenti più responsabili, investimenti inclusivi”. Saranno invitati i Fondi sovrani da tutto il mondo e altri fondi, ad esempio pensionistici, e sarà coinvolta la Banca Mondiale. Quanto all’Italia, Sofaz la tiene ben presente. Anche se per ora la prossima missione in calendario è per novembre.