Roma, 16 nov. (askanews) – Sono 81 i migranti ancora a bordo del mercantile arrivato a Misurata il 10 novembre scorso che si rifiutano di scendere. E’ quanto ha precisato l’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), rilanciando l’appello “per una risoluzione pacifica della situazione”.
“Preferisco morire sul mercantile”, ha risposto uno di loro a Medici senza frontiere (Msf) quando gli è stato proposto di essere trasferito in una struttura medica libica. “Altri del gruppo presente sulla nave, tra cui minori, hanno raccontato di prigionia e tortura subite per un anno o più da parte dei trafficanti”, si legge sull’account Twitter di Msf.
Erano 95 i migranti arrivati a Misurata, 187 chilometri a Est di Tripoli, il 10 novembre scorso, dopo essere stati tratti in salvo da un mercantile partito dall’Italia verso Misurata e allertato dalle autorità italiane e maltesi. Quattordici di loro hanno deciso di lasciare l’imbarcazione e “l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) sta seguendo da vicino” la loro situazione. Secondo Msf, tra le persone sbarcate ci sono una mamma con il suo bambino e minori non accompagnati.
L’Unhcr ha precisato che le persone a bordo della nave sono cittadini etiopici, eritrei, sudsudanesi, pachistani, bangladesi e somali. Le due agenzie Onu stanno garantendo cibo, acqua e altri beni essenziali “per alleviare le sofferenze delle persone a bordo”, mentre Msf ha fatto sapere di aver “garantito 60 consulenze mediche in tre giorni, di aver curato soprattutto bruciature causate da perdita di benzina del motore e di essere stata testimone della disperazione a bordo”.