Roma, 7 nov. (askanews) – La missione militare italiana in Niger è “molto importante” per il “contenimento dei flussi “migratori” e “dopo nove mesi di impasse” il governo italiano è riuscito a “sbloccarla”, “intavolando un dialogo costruttivo” con il governo nigerino, “a differenza di quanto era stato fatto da chi ci ha preceduto”. E’ quanto ha detto oggi il ministro della Difesa Elisabetta Trenta in un’intervista al Mattino.
“Ci muoveremo in base alle richieste delle autorità locali, secondo le loro esigenze, quindi non si può parlare di numeri, perché ogni provvedimento sarà preso in base alle richieste del governo locale”, ha precisato il ministro. Ma “questa è una missione che serve, che riguarda l’interesse nazionale”, ha aggiunto.
“E proprio in tal senso ho deciso di avviare un ridimensionamento in Iraq, con una prima riduzione di uomini a Mosul per poi procedere a una chiusura completa della missione Presidium presso la diga, poiché non sussistono più le condizioni che emergevano precedentemente”, ha affermato ancora Trenta. “Non lasceremo soli gli iracheni ma, per la prima volta, cominciamo come Italia a calibrare le nostre missioni secondo i nostri interessi”.
Il tutto, tenendo in considerazione il fatto che “l’Isis è stato sconfitto sul terreno ma ancora gode di una certa forza sul piano finanziario”. “Per questo non dobbiamo abbassare la guardia. Non dobbiamo farlo come Italia, come Ue, come Nato. Di fronte alla minaccia del terrorismo occorre prevenire, non solo reagire”, ha concluso Trenta.