Mosca, 22 mag. (askanews) – Il mondo del business mondiale si sta preparando al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, che scalda i motori domani con la giornata numero zero dedicata alle Pmi, prende il via il 24 e culmina venerdì, con la giornata della plenaria, dove a fare gli onori di casa ci sarà il presidente russo Vladimir Putin e da ospiti il collega francese Emmanuel Macron, il primo ministro giapponese Shinzo Abe e la numero uno dell’FMI Christine Lagarde. Un parterre di tutto rispetto, ma anche una folla di imprenditori, manager e compagnie straniere, che nonostante i difficili rapporti politici tra l’Ovest e Mosca, continuano a tessere le relazioni commerciali ed economiche con questa parte di mondo. E come da tradizione, proprio da Mosca, l’Associazione di business europeo AEB ha annunciato i risultati di un’indagine GfK e il Ceo dell’associazione Frank Schauff ha rilasciato una lunga intervista ad Askanews, dove fa il punto della situazione.
“Noi partecipiamo ogni anno al forum economico di San Pietroburgo”, afferma Schauff. “Tutti sanno che il forum di San Pietroburgo è il posto dove farsi vedere, se vuoi essere parte del mondo economico di questo Paese. Ed è anche il posto dove è presente il business della Federazione russa. Di solito noi seguiamo la discussione del forum in generale. Il discorso del presidente ogni anno, quest’anno anche del presidente francese, e sarà interessante anche sullo sfondo degli sviluppi internazionali degli ultimi mesi. Noi partecipiamo alle diverse sessioni nelle quali si discute del business in Europa o l’integrazione dell’Eurasia. Ma faremo il nostro lavoro anche in altre sessioni. Io ad esempio prenderò la parola sul protezionismo”.
Il Ceo di Aeb annuncia inoltre la sigla di un accordo: “firmeremo un accordo con Roscongress che è l’organizzatore del forum ed è il principale organizzatore di conferenze in Russia. Loro peraltro prendono parte alla conferenza annuale a Verona, il forum di Verona, organizzato dall’associazione Conoscere Eurasia” sottolinea Schauff. “Questo accordo ci permetterà di formalizzare quello che ormai esiste già da qualche anno”. Da notare che nell’ambito dello SPIEF, Banca Intesa e l’Associazione Conoscere Eurasia terranno numerose iniziative, compresa la Sessione “Le tecnologie europee per aumentare la qualità della vita” in collaborazione con l’Innovation Center di Intesa Sanpaolo e l’Agenzia per lo sviluppo tecnologico della Federazione Russa, programmata per domani.
Interessanti anche i risultati del sondaggio di Aeb. Per i businessmen occidentali le sanzioni contro la Russia e i risultati delle elezioni americane hanno avuto l’impatto più negativo sulle imprese europee in Russia. Almeno così è per l’86% e il 70% degli intervistati. L’impatto della politica economica del governo russo per il 61% degli imprenditori intervistati è positivo o nullo, mentre impatta negativamente per il 34% degli intervistati. Inoltre la maggior parte delle aziende associate all’AEB nota che non si aspettano alcun cambiamento nell’attuale politica economica della Russia dopo le elezioni del 2018. “Noi conduciamo questa indagine ormai da oltre 10 anni tra i nostri membri, con l’istituto tedesco Gfk” dice Schauff. “Indica il sentimento degli investitori in Russia e quello che mi ha sorpreso è che sembra un sentimento abbastanza buono, se si compara al 2015 e 2016. Quello che abbiamo visto è che le compagnie che hanno sofferto durante la crisi, non hanno lasciato il Paese e si sono dimostrate leali verso questo mercato”.
Inoltre, sempre secondo il ceo “la maggior parte delle aziende europee sono soddisfatte sia dei risultati a fine esercizio 2017 e anche dell’inizio del primo quarto 2018. Ma la debole crescita dell’economia russa aggiunge un’aria di incertezza. Uno dei fattori più destabilizzanti è il rischio di sanzioni, che rovina il clima aziendale positivo per le aziende europee in Russia nel suo insieme”. E tuttavia secondo Aleksandr Demidov, Direttore Generale di GfK Rus, “le aziende europee in Russia continuano a credere nel mercato russo. Nel 2018 quasi due terzi delle aziende contano su una crescita dei profitti, mentre nel 2017 c’è stata una risicata maggioranza di tali società”, ha detto.