Gli auto-reclusi “hikikomori” invecchiano: Tokyo cerca di correre a ripari

La sindrome della vita in una stanza si cronicizza, aumentano quelli di mezza età

GEN 8, 2018 -

Roma, 8 gen. (askanews) – In Giappone gli “hikikomori” – cioè i giovani che si chiudono nella loro stanzetta tagliando ogni rapporto con la società – stanno diventando grandi senza risolvere il loro problema. Mentre il fenomeno, nel suo complesso, mostra segni di regressione, tuttavia il numero degli “hikikomori” di mezza età è in netta crescita. Così il governo di Tokyo ha deciso, per il 2018, di lanciare una campagna per mappare i casi nel Paese. Lo scrivono i media nipponici.

La ricerca inizierà ad aprile e punta a capire quale sia il numero degli “hikikomori” che, non avendo risolto il loro problema, sono ancora reclusi in casa da anni. Il focus sarà nella fascia d’età tra i 40 e i 59 anni.

Si tratta di casi molto penosi, perché sono persone che hanno visto la loro vita completamente rovinata da questa patologia e che dipendono da genitori e familiari sempre più anziani per il loro sostentamento.

Nel 2010 erano state individuate 696mila persone rimaste rinchiuse in casa da almeno sei mesi. L’ultima rilevazione complessiva ha registrato, nel 2015, 541mila casi simili. Tuttavia il dato preoccupante è che il numero di coloro che sono rimasti isolati per sette anni o più è salito dal 16,9 per cento al 34,7 per cento. Segno che la sindrome tende a cronicizzarsi ed è più complesso uscirne con il passare del tempo.