Roma, 28 nov. (askanews) – L’Italia è il secondo partner commerciale della Bulgaria e punta a crescere ulteriormente nel Paese dei Balcani, grazie anche ai buoni legami, consolidati, che esistono tra Roma e Sofia e di cui beneficiano gli imprenditori italiani che investono nel Paese, ha spiegato in un’intervista esclusiva ad askanews l’ambasciatore d’Italia a Sofia Stefano Baldi.
“Più che un’evoluzione delle relazioni tra Italia e Bulgaria c’è stato consolidamento. Ci sono legami storici che vanno indietro all’inizio del secolo e oggi noi possiamo beneficiare di un atteggiamento molto positivo nei nostri confronti, nei confronti della nostra cultura e quindi di questo beneficiano anche gli imprenditori italiani che operano qui”, ha spiegato il capo della missione diplomatica a Sofia.
Segni tangibili di queste relazioni anche il “trend” delle relazioni economiche che “è positivo e può essere sintetizzato in un solo dato: siamo il secondo partner commerciale per interscambio con 4 miliardi di euro che si sono consolidati nel tempo, il primo è la Germania. Questo è un punto importante da mantenere e consolidare – ha sottolineato l’ambasciatore Baldi – la concorrenza non manca, perché ci sono condizioni interessanti per operare e fare impresa qui. Il nostro scopo è valorizzare quello che già c’è e consolidarlo, oltre ad attivare nuovi investimenti”.
I settori dove l’interscambio è più marcato sono il metalmeccanico, con export di semilavorati dalla Bulgaria verso l’Italia, il tessile, dove sono presenti molte imprese italiane che operano in Bulgaria, e il terzo settore è l’agroalimentare, dove c’è anche il più ampio margine di miglioramento.
Gli investimenti italiani nel Paese, come quelli degli altri partner commerciali della Bulgaria, hanno subito negli anni, però alcuni rallentamenti a causa della cronica presenza della corruzione e la manzanca di passi concreti che aiutino imprenditori e attori del settore. “Il governo o i governi bulgari si sono sempre impegnati a migliorare la situazione e fare riforme nel giudiziario, perché il problema della corruzione è strettamente connesso alla riforma – ha ammesso l’ambasciatore facendo un excursus – purtroppo e lo dicono anche le istituzioni europee, gli sforzi finora fatti e le misure prese non sono sufficienti e c’è molta strada da fare. Il problema c’è, è molto presente, non è facile fare riforme in questo settore, perché si toccano molti interessi. La speranza è sempre che il governo abbia la forza, la volontà e i tempi giusti per fare queste riforme”.
Dalla riforma del settore giudiziario e dalla conseguente sferzata alla lotta alla corruzione, infatti, dipende anche l’apertura di alcuni Paesi europei sul fronte dell’ingresso di Sofia in Schengen, sostenuto da tempo dall’Italia anche in sede Ue. “Per quanto riguarda l’atteggiamento dell’Italia nei confronti della Bulgaria in Schengen valutiamo e lo continuiamo a dire che ci siano tutti i presupposti di sicurezza e i criteri che sono previsti da Schengen, quindi già da tempo siamo favorevoli anche a Bruxelles all’ingresso – ha sottolineato Baldi – Altri paesi più a nord considerano la riforma giudiziaria come strettamente legata a Schengen per cercare di accelerare in tempi. Secondo l’Italia sarebbe un vantaggio sia per Sofia che per l’Europa avere la Bulgaria in Schengen”.